Il Mare Mediterraneo è uno dei bacini marittimi di maggiore interesse per la Sicurezza e Stabilità dell’attuale scenario mondiale. Tale rilevanza non è una contingenza della nostra epoca, ma è il frutto di una plurisecolare e travagliata evoluzione di civiltà, religioni, economie e forze militari in perenne confronto. Similitudine che è possibile, in parte, rintracciare solamente nel Mar Cinese Orientale e Meridionale. Tracciare una sintesi dei fattori geopolitici e geostrategici che insistono nell’area necessità però di una premessa fondamentale sui confini del Mediterraneo.
La consultazione di un Atlante Geografico restituirebbe infatti al lettore una proiezione staticadal Canale di Suez allo Stretto di Gibilterra. Questa prospettiva, seppur valida in altri settori, appare molto limitante e non adeguata agli studi di matrice strategica il cui scopo è evidenziare le relazioni a vario titolo esistenti tra diverse aree del globo. Nel Mare Nostrum interagiscono infatti numerosi attori statuali che pur avendo limitata prossimità terrestre o marittima con l’area ne influenzano grandemente le prospettive. Stati Uniti, Russia, Regno Unito, e più recentemente Cina, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Qatar sono un esempio di questo complicato intreccio globale.
Agli inizi degli anni ’80 presso l’Istituto di Guerra Marittima di Livorno, fu delineata un’area geostrategica denominata “Mediterraneo Allargato” che includeva i bacini marittimi dal Golfo Persico fino al Mar Nero. Questa visione prettamente italiana nacque per le esigenze di analisi della Marina Militare nazionale, e negli anni successivi si estese e s’impose a livello accademico, influenzando le successive politiche militari nazionali1
Essa costituisce tutt’oggi un’utile e valida base di analisi. Tuttavia l’intensificarsi delle relazioni economiche, politiche e sociali a livello globale spinge, verso la destrutturazione del concetto di area geografica a favore di quello di area relazionale dinamica. Lo storico francese Fernand Braudel in un suo saggio del 19852 affermava: “Un Mediterraneo più vasto, dunque, circonda il Mediterraneo in senso stretto, servendogli da cassa di risonanza”. Per tenere conto, quindi, di tutti gli interessi che gravitano nel bacino non si può oggi far riferimento alla sola visione geografica valida tout-court, ma si impone un’idea di“Mediterraneo Globalizzato” geograficamente declinato a seconda delle sfere di relazione oggetto di analisi.
Un’affidabile analisi geopolitica deve affrontare almeno quattro grandi temi: la Politica, l’Antropologia, l’Economia ed infine la distribuzione della Forza Militare. Ognuno di questi temi, applicabile anche ad entità non-statuali, genera un intreccio di relazioni che possono essere sintetizzate con il termine di Dimensione. Ognuna di esse ha quindi lo scopo di evidenziare i fenomeni salienti di un determinato periodo storico a prescindere da meri confini geografici precostituiti. Le quattro “Dimensioni” nel corso del tempo possono quindi abbracciare entità piuttosto differenti (Stati, Popoli, Organismi Multinazionali etc) ed in virtù della loro dinamicità e, a seconda delle condizioni, possono essere sia indipendenti che interconnesse.
Se ad esempio per motivi di sicurezza il flusso di navi mercantili in transito nel Canale di Suez fosse drasticamente ridotto (evento infausto ma plausibile3), il quadro della “Dimensione Economica” sarebbe stravolto nel giro di un mese pur rimanendo temporaneamente immutati i confini e la “Dimensione Politica” del bacino.
Questo framework di analisi strategica si basa in definitiva sulla comprensione delle relazioni in atto unita agli effetti sul campo, e non su una statica visione geografica, prefiggendosi di adattarsi in maniera dinamica ai reali fenomeni in corso nell’attuale Mediterraneo Globalizzato.
Perdere di vista i veri protagonisti di uno scenario geopolitico, per quanto apparentemente lontani essi possano sembrare, significa trascurare elementi di analisi e di riflessione la cui influenza, Cina docet, si rivelerà fatalmente decisiva nei grandi momenti di crisi.
Manuel Moreno Minuto
Analista Militare