Il 3 giugno scorso l’India ha firmato un contratto decennale con l’Iran per lo sviluppo e la gestione del porto iraniano di Chabahar, rafforzando così le sue relazioni con un paese strategico del Medio Oriente.
Il ministro indiano della Navigazione, Sarbananda Sonowal, dopo la firma dell’accordo, ha evidenziato l’importanza del porto di Chabahar che trascende il suo ruolo di semplice tramite tra India e Iran. “Questo collegamento ha aperto nuove strade per il commercio e ha rafforzato la resistenza della catena di approvvigionamento in tutta la regione”.
L’accordo è stato firmato tra l’Indian Ports Global Limited e l’Organizzazione Portuale e Marittima dell’Iran. Secondo l’accordo, l’India investirà 120 milioni di dollari per attrezzarlo, un’ulteriore linea di credito di 250 milioni di dollari per progetti correlati al porto, porterebbe il valore del contratto a 370 milioni di dollari.
Il porto di Chabahar è situato sulla costa sud-orientale dell’Iran lungo il Golfo di Oman, sulla costa Makran della provincia di Sistan e Baluchistan dell’Iran (a circa 120 chilometri a sud-ovest della provincia pakistana del Baluchistan dal porto di Gwadar, finanziato dalla Cina) ed è ufficialmente designato come zona Industriale e di libero scambio dal governo iraniano. Il porto di Chabahar è composto da due porti separati: Shahid Kalantari e Shahid Beheshti. L’India gestirà un terminal a Shahid Beheshti.
Da notare che i porti meridionali dell’Iran, come Bandar Abbas, che gestisce l’85% del commercio marittimo iraniano, sono in grado di ricevere solo navi da carico di 100.000 tonnellate. Di conseguenza, poiché la maggior parte delle navi utilizzate per il trasporto sono da 250.000 tonnellate, questo comporta che il carico deve essere prima scaricato negli Emirati Arabi (EAU) e poi spedito su navi più piccole per attraccare così in Iran.
Chabahar, in quanto porto oceanico profondo, non è soggetto a queste limitazioni consentendo il trasporto di grandi carichi direttamente da e verso l’Iran senza costi aggiuntivi di attracco negli EAU. Inoltre le relazioni Iran-UAE sono state altalenanti negli ultimi anni. Il coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti nella coalizione a guida saudita contro gli houthi, supportati dall’Iran, ha spinto il governo iraniano a concentrarsi più intensamente sull’utilizzo del porto di Chabahar.
Chabahar, oltre ad essere il punto di accesso più vicino all’Oceano Indiano, è anche il punto nodale, dell’Iran, per lo sviluppo delle vie di transito tra i paesi situati nella parte settentrionale dell’Oceano Indiano, l’Asia centrale, il mercato russo e infine quelli europei aggirando i porti pakistani di Karachi e di Gwadar. Il Pakistan ha reso operativo il porto marittimo profondo di Gwadar con strutture all’avanguardia in grado di gestire le grandi navi mercantili, facilitando così il trasferimento delle merci verso i paesi della regione, in particolare quelli senza sbocco sul mare. Per la Cina, il porto di Gwadar potrebbe rappresentare, un punto nodale per i corridoi commerciali ed energetici e presto potrebbe trasformarsi in un hub commerciale paragonabile a Singapore, Hong Kong e Dubai.
L’interesse da parte dei paesi dell’Asia Centrale è alquanto evidente. Nel dicembre dello scorso anno, il ministro armeno dell’Amministrazione territoriale e delle Infrastrutture, Gnel Sanosyan, aveva visitato il porto di Chabahar per valutare la possibilità dell’utilizzo del porto. Riferendosi al possibile ruolo di Yerevan nello sviluppo della via di comunicazione dall’India al porto di Chabahar e poi al Mar Nero, l’ambasciatore Nilakshi Saha Sinha aveva osservato che l’Armenia, essendo un Paese senza sbocco sul mare, aveva sicuramente bisogno di più progetti di comunicazione.
Lo sviluppo del porto e il potenziamento delle infrastrutture circostanti sono essenziali per l’India per accedere ai ricchi mercati energetici e minerali, trasformando l’Iran in un alleato fondamentale. In passato, le sanzioni statunitensi contro l’Iran hanno, tuttavia, rallentato lo sviluppo del porto.
Come pubblicato in un articolo sul Nodo di Gordio del 2015, la partecipazione dell’India nello sviluppo di Chabahar venne formalmente annunciata il 4 maggio 2013 con un investimento di 100 milioni di dollari. Il porto iraniano, vista l’animosità dell’India con il Pakistan, restava e resta l’unica opzione indiana di stabilire legami commerciali con i paesi dell’Asia centrale senza sbocco sul mare. Naturalmente un tale investimento porta risorse necessarie all’economia iraniana per l’integrazione nelle attività commerciali globali.
La città di Chabahar è già collegata a Zaranj, città nella provincia sud-occidentale afghana di Nimruz dove l’India ha, da tempo, molti interessi. Infatti, l’India ha costruito una strada di 218 km da Zaranj a Delaram, lungo il confine afghano-iraniano che servirà per trasportare merci verso il confine iraniano e da qui al porto di Chabahar. Inoltre, l’India avrebbe ormai da tempo pianificato di costruire 900 km di ferrovia da Chabahar alla ricca regione mineraria di Hajigak, nella provincia di Bamiyan, Afghanistan. Il porto offre alle aziende afghane un’alternativa al porto di Karachi in Pakistan, dove le attività di esportazione sono soggette a restrizioni politiche e ostacolate da elevati costi di storage.
L’accordo tra India e Iran avrebbe provocato una sorta di avvisaglia circa le sanzioni da parte degli Stati Uniti, con cui l’India ha sviluppato stretti legami economici e militari negli ultimi decenni. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Vedant Patel, ha dichiarato che “chiunque prenda in considerazione accordi commerciali con l’Iran, deve essere consapevole del rischio potenziale a cui sta andando incontro e del rischio potenziale di sanzioni”.
Tuttavia, la firma di questo accordo è considerata un punto di svolta nella cooperazione commerciale ed economica bilaterale e regionale, oltre a facilitare la cooperazione strategica tra Iran e India. I due paesi sono importanti partner commerciali. Negli ultimi anni l’India è stata tra i cinque maggiori partner commerciali dell’Iran.
India e Iran hanno stabilito relazioni diplomatiche il 15 marzo 1950. Sono entrambi membri dell’organizzazione intergovernativa, economica e di sicurezza, Shanghai Cooperation Organization (SCO).
Elvio Rotondo
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