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Home Asia Centrale e Caucaso

Il porto iraniano di Chabahar futuro sbocco commerciale afghano

by Elvio Rotondo
15 Aprile 2015
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E’ attesa la firma di un accordo trilaterale tra Afghanistan, Iran e India sul porto di Chahabar, in Iran, per il transito di merci verso l’Asia centrale e viceversa, così ha dichiarato alcuni giorni fa l’Ambasciatore afghano in India aggiungendo che il suo paese è molto entusiasta di firmare l’accordo.

“L’Afghanistan e l’India hanno già concordato una bozza dell’accordo sul transito attraverso l’Iran, utilizzando il Porto di Chabahar. Abbiamo condiviso tale bozza con l’Iran e attendiamo ora la risposta degli iraniani “, ha aggiungo l’Ambasciatore.

Il progetto potrebbe dare impulso al volume d’affari tra India e l’Afghanistan utilizzando una via più corta per il trasporto di merci tra i due paesi.

Il porto di Chabahar è situato sulla costa Makran della provincia di Sistan e Baluchistan dell’Iran ed è ufficialmente designato come Zona Industriale e di libero scambio dal governo iraniano. Oltre ad essere il punto di accesso più vicino all’Oceano Indiano, è anche il punto nodale, dell’Iran, per lo sviluppo delle vie di transito tra i paesi situati nella parte settentrionale dell’Oceano Indiano e l’Asia centrale.

porto di chahabar

Una delle debolezze strategiche dell’Iran, come riporta il “The Alliance Center for Iranian Studies (ACIS)” è la mancanza di porti in acque profonde. I porti meridionali dell’Iran, come Bandar Abbas che gestisce l’85% del commercio marittimo iraniano, sono in grado di ricevere solo navi da carico di 100.000 tonnellate. Poiché la maggior parte del trasporto avviene su navi da 250.000 tonnellate, questo comporta che il carico deve essere prima scaricato negli Emirati Arabi e poi spedito su navi più piccole che possono così attraccare in Iran. A parte le centinaia di milioni di dollari persi negli Emirati Arabi Uniti, l’Iran è anche vulnerabile a un’eventuale chiusura del commercio marittimo dell’UAE per un motivo qualsiasi.

Il porto di Chabahar potrebbe diventare il gateway dell’India per l’Afghanistan, l’Asia centrale, il mercato russo e infine quelli europei. Lo sviluppo del porto e il potenziamento delle infrastrutture circostanti sono essenziali per l’India per accedere ai ricchi mercati energetici e minerali, trasformando l’Iran in un alleato fondamentale.

La partecipazione dell’India nello sviluppo di Chabahar era stata formalmente annunciata il 4 maggio 2013 con un investimento di 100 milioni di dollari. Il porto iraniano, vista l’animosità dell’India con il Pakistan, resta l’unica opzione indiana di stabilire legami commerciali con l’Afghanistan e i paesi dell’Asia centrale senza sbocco sul mare. Naturalmente un simile investimento porta risorse necessarie all’economia iraniana che potrebbe essere utile per l’integrazione nelle attività commerciali globali.

Il porto di Chabahar offre alle aziende afghane un’alternativa al porto di Karachi in Pakistan, dove le attività di esportazione sono soggette a restrizioni politiche e ostacolate da elevati costi di storage.

La città di Chahabar è già collegata a Zaranj, nella provincia sud-occidentale afghana di Nimruz dove l’India ha, da tempo, molti interessi. Infatti, l’India ha costruito una strada di 218 km da Zaranj a Delaram, lungo il confine afghano-iraniano che servirà per trasportare merci verso il confine iraniano e da qui al porto di Chabahar. Inoltre, l’India starebbe pianificando di costruire 900 km di ferrovia da Chabahar alla ricca regione mineraria di Hajigak, nella provincia di Bamiyan, Afghanistan.

Le relazioni bilaterali tra la Repubblica islamica dell’Afghanistan e la Repubblica dell’India sono state tradizionalmente forti e cordiali. Gli indiani stanno lavorando in vari progetti di costruzione, come parte degli sforzi di ricostruzione in Afghanistan. I due paesi hanno firmato nel 2012 un accordo di “partnership strategica” e l’India ha fornito molti aiuti all’Afghanistan dalla caduta dei talebani e ha, dal 2012, già investito 10,8 miliardi di dollari nel paese. L’India, oltre al progetto energetico della Diga di Salma nella provincia di Herat, è coinvolta in altri progetti importanti e potrebbe fornire, negli investimenti a lungo termine, l’assistenza tecnica nel settore minerario, tessile e delle tecnologie dell’informazione.

Secondo il direttore generale della Federazione delle Esportazioni Indiane (FIEO), attualmente, mentre l’Afghanistan è autorizzato a esportare in India attraverso il Pakistan, all’India non è consentito esportare in Afghanistan attraverso il Pakistan. Viene da se che il porto di Chabahar fornirà all’India un percorso alternativo per il commercio con l’Afghanistan. Il porto una volta in funzione a pieno regime, potrebbe incrementare il commercio indiano da 600 milioni di dollari a $ 5 miliardi nel giro di cinque anni, ha aggiunto.

porto di chahabar google

Come affermano alcuni analisti della regione del golfo, la Cina e il Pakistan sarebbero contrariati dalla cooperazione iraniana e indiana sul porto di Chabahar, visto il loro impegno sullo sviluppo del porto pakistano di Gwadar (situato a 76 km dal Chabahar). La Cina avebbe già investito circa 200 milioni di dollari per la costruzione del porto di Gwadar, e per il Pakistan, lo sviluppo del porto di Gwadar è importante per generare nuove opportunità di lavoro in una delle province più povere e instabili del Pakistan (Baluchistan). Lo sviluppo del vicino porto di Chabahar, potrebbe minare la fattibilità del progetto del porto di Gwadar. Allo stesso tempo, si riduce anche l’effetto leva che il Pakistan ha vis-à-vis con l’Afghanistan, poiché le imprese afgane potrebbero ridurre la loro dipendenza dal porto di Karachi utilizzando il porto di Chahabar.

Elvio Rotondo

Country Analyst

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Tags: Iran
Elvio Rotondo

Elvio Rotondo

Nato a Cassino il 16 dicembre 1961, militare in congedo, laureato in scienze organizzative e gestionali presso l’Università degli studi La Tuscia di Viterbo, si è arruolato nell’Esercito Italiano nel 1978 prestando servizio in diversi reparti sul territorio nazionale. Nel corso della carriera militare si è occupato prevalentemente di Guerra Elettronica, di Intelligence e di Cooperazione Civile-Militare. Ha prestato servizio inoltre presso l’Ambasciata d’Italia di Seoul (Ufficio dell’Addetto Militare) e in ambito multinazionale presso il Multinational Cimic Group. Tra i molti corsi previsti per il proprio incarico, ha frequentato: NATO Intelligence Course, NATO Open Source Intel Course, NATO Intel Analyst Course, NATO Tactical CIMIC Course. È conoscitore della lingua inglese, russa, persiano farsi. In ambito internazionale ha preso parte alle operazioni NATO nei Balcani. Nel 2014 è stato collocato nella riserva. Collabora con il Think Tank Il Nodo di Gordio dal 2013 in qualità di Country Analyst. Autore del Blog 38esimoparallelo.com. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su: “Il Giornale.it. “Affari Internazionali”; “Geopolitical Review”; “L’Opinione”; “Geopolitica.info”; “Analisi Difesa”.

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