Le tre “armi” che segneranno il ‘900 e i suoi conflitti mondiali – sottomarino, aereo, carro armato – nacquero o si evolsero in modo decisivo proprio negli anni dal 1914 al 1918. Delle tre certamente la meno studiata, almeno in questa fase iniziale della sua affermazione sui campi di battaglia è il carro armato.
Non sempre le idee migliori nascono nei luoghi a loro più adatti. Quella del “carro armato”, il britannico “tank”, il francese “char de combat” (o “char d’assaut”), il tedesco “Kampwagen”, di un veicolo blindato cioè in grado di muoversi, con relativa velocità, anche su terreni accidentati, nacque infatti n mare. Fu anzi il più banale degli inviti di un ufficiale della marina k.u.k. (Kaiserlich und Königlich) dell’arsenale di Pola al cugino Günther
Burstyn, allora semplice sottotenente del genio, ad un’escursione in mare sulla sua torpediniera a far balenare a quest’ultimo l’intuizione appunto di un’arma capace di muoversi veloce anche su un campo di battaglia terrestre, confidando nella propria corazzatura e nel proprio armamento. Era il 15 marzo del 1903.
Il libro tratta, con la voce di uno dei suoi protagonisti sul campo, Ernst Volckheim, l’impiego tedesco dei grandi carri da combattimento “A 7 V”. Esso ci restituisce il vero e proprio nuovo “micro cosmo” combattente rappresentato dalla nuova arma.
Ernst Volckheim fu uno dei fondatori dell’arma corazzata tedesca. Volontario e quindi ufficiale nel Primo conflitto mondiale (fu uno dei primi Comandanti di unità carri tedesche nel 1918), lo concluse da comandante di un carro pesante e continuò ad occuparsi di truppe corazzate prima nella Repubblica di Weimar e poi nella Seconda guerra Mondiale, che terminò con il grado di colonnello al comando della scuola corazzati nei pressi di Berlino.
Volckheim fu inoltre un docente e un importante teorico in materia d’impiego delle forze corazzate.
Il libro, tradotto da Paolo Pozzato e curato con Massimo Bettini, narra le esperienze vissute da Volckheim in guerra con il proprio carro A7V, facendo emergere la fiducia nel proprio equipaggio e nelle armi tedesche, senza però nascondere i problemi avuti durante l’impiego in operazioni.
Il volume fu stampato nel 1937 dalla Mittler & Sohn di Berlino.
Il testo è preceduto da un’ampia introduzione, dove, nella prima parte, viene trattata la comparsa del carro armato sul fronte occidentale durante la Grande Guerra. Se ne descrivono, tra l’altro, gli effetti sulle tattiche e sulle battaglie, anche sul piano psicologico. La seconda parte dell’introduzione è invece dedicata alla nascita e ai primi passi delle unità carri in Italia. Vengono anche tratteggiati i primi reparti e i mezzi con cui iniziò la storia dei Carristi dell’Esercito, con un cenno anche alle autoblindo.
Elvio Rotondo
Country Analyst del think tank “Il Nodo di Gordio”
“Carri all’attacco”
l’Armadillo editore.
Autore: Ernst Volckheim.
Riedizione ed introduzione a cura di Massimo Bettini e Paolo Pozzato.