La profondità strategica turca nel pensiero di Ahmet Davutoğlu
pp. 134 + 16 tavole illustrate
€ 16,00
A pochi giorni dalla elezioni del Parlamento in Turchia, il quadro geopolitico del Mediterraneo è ancora in subbuglio per l’incendio divampato in gran parte dei Paesi Nordafricani. Il Maghreb in rivolta potrebbe, infatti, tramutarsi in una pericolosa area di instabilità, terreno fertile per integralismi e fanatismi di ogni sorta. Una polveriera a cielo aperto che, a pochi chilometri dalle coste europee, ed italiane in particolare, rischia di minare i già precari equilibri in Medio Oriente, dando vita ad un’emergenza umanitaria di dimensioni colossali.
Sia i report dei centri di intelligence militare, sia gli organi di stampa specializzata nelle relazioni internazionali, riportano i pareri di diplomatici, esperti di politica estera, analisti economici e finanziari nonché di società operanti nel settore dell’energia che ipotizzano per la sponda meridionale del Mediterraneo una possibile svolta democratica, ispirata al modello politico, sociale e di convivenza della Turchia.
Per comprendere meglio questo complesso, ed allo stesso tempo, innovativo modello di sviluppo economico sostenibile, accompagnato da un radicale mutamento negli indirizzi di politica estera, è uscita la sesta monografia edita dal Centro Studi “Vox Populi” di Pergine Valsugana dal titolo “La profondità strategica turca nel pensiero di Ahmet Davutoğlu”.
Il volume, frutto della collaborazione di docenti universitari, giornalisti economici, esperti di geopolitica e di studi militari, italiani ed esteri, offre un’approfondita analisi della concezione diplomatica nei rapporti internazionali, della politica estera e delle relazioni commerciali della Turchia nel Mediterraneo, nei Balcani e nell’Asia Centrale, partendo dallo studio del volume “Profondità Strategica” pubblicato dal Ministro degli Esteri Turco, Ahmet Davutoğlu.
L’opera si fregia delle prefazioni dell’Ambasciatore italiano ad Ankara, Gianpaolo Scarante, dell’Ambasciatore della Repubblica di Turchia a Roma, Hakkı Akil e di una dotta introduzione dello studioso turco İskender Pala, indiscussa autorità culturale turca, docente universitario, ricercatore di letteratura classica ottomana, autore di romanzi storici che in Turchia sono best sellers e consulente alla Presidenza della Municipalità di Istanbul per l’evento “Istanbul Capitale europea della Cultura 2010”, nonché di un saggio, tratto dall’originale “Profondità Strategica”, del Ministro Davutoğlu.
Un lavoro corale che riunisce contributi di vari studiosi e politologi, tutti protesi ad illuminare diversi aspetti dell’odierna strategia internazionale della Turchia. Di quella Turchia che – come scrive nella prefazione Giampaolo Scarante, Ambasciatore italiano ad Ankara – oggi prepotentemente tornata sulla scena internazionale, da protagonista e non più da (pur importante) comparsa. Mentre İskender Pala mette in luce, nella sua introduzione i profondi legami culturali, storici ed economici tra l’Italia e la Sublime Porta, citando Dante, per arrivare a spiegare sia il pensiero di Davutoğlu, sia le ragioni profonde della “vicinanza politica” fra Roma e Ankara in questi ultimi anni. La pubblicazione si inserisce a pieno titolo nel progetto “Oltre Lepanto – dallo scontro di ieri all’intesa di oggi”, un’iniziativa ideata e promossa nel 2011 da “Vox Populi” a 440 anni dalla storica battaglia nei mari dell’Egeo.
Un evento unico che si propone, attraverso studi storici, artistici e geopolitici, di creare un ponte culturale e un incontro di civiltà senza precedenti (www. OltreLepanto.org).
Daniele Lazzeri, Direttore Scientifico del think tank trentino ricorda come “lo storico francese, Fernand Braudel, identificò il Mediterraneo come il “continente liquido”. A questa concezione di spazio comune è dedicato il progetto “Oltre Lepanto”, con la dichiarata intenzione di allargare il concetto di appartenenza al “Mare Nostrum” a tutti i Paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo. Per il Presidente del Centro Studi, Ermanno Visintainer, reduce dai recenti successi culturali in Kazahstan e in Turchia, l’opera si configura come “Un’ analisi ponderata ed obiettiva del massiccio ed esaustivo testo di geopolitica del Ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoğlu.
Un libro che si pone l’obiettivo di andare oltre le descrizioni ostentatamente satiriche, se non talvolta mistificanti, abbozzate dalle cassandre di turno di una certa stampa italiana, atte solo a dissimulare le lacune circa il suo reale contenuto. Un testo di estrema attualità, che, fra le altre cose, dopo aver rappresentato il vademecum della politica estera della Turchia, potrebbe altresì ispirare i Paesi reduci dal terremoto politico che sta investendo il Nord-Africa.
Un testo, i cui contenuti desteranno un grande interesse in Italia e che contribuiranno a compiere un passo in avanti nelle relazioni fra i due Paesi”.
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