A Sua Maestà britannica non è parso vero di inviare due navi da guerra a pattugliare l’area di mare dell’isola di Jersey per scoraggiare i peschereggi francesi. Gli eredi di William the Conqueror non si tirano mai indietro quando tocchi i loro interessi, Brexit o Falkland che siano. Non aspettano che si muovano gli altri per primi. È la logica di Churchill che non amiamo, ma il Commonwealth si regge ancora in piedi.
Così con il khaos ad portas, cioè allo stretto di Sicilia, arriva anche il fuoco amico della Ubari, motovedetta italiana girata ai libici un paio di anni fa, della Guardia Costiera di Misurata ai danni del nostro peschereggio Aliseo di Mazara del Vallo. È una gara a spararci addosso, ora Bengasi, Augusto Genina si rivolta nella tomba, ora Tripoli, Draghi sarà stato pure bravo a Francoforte. Epperò abbiamo un considerevole dispiegamento di forze aero navali, in particolare sulla parte orientale della costa libica, con la missione Ue Irini, pomposamente rilanciata da Sigonella (sic!) dall’Alto rappresentante per gli affari esteri Josep Borrel per arginare (arisic!) il traffico d’armi verso la Libia.
Panciafichisti allora più che pacifisti…
La Redazione
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