Come avranno da tempo compreso i nostri affezionati lettori non siamo tra i tanti/pochi laudatores del capitalismo della sorveglianza. E tanto meno dei suoi pochi/tanti beneficiari. Però un impoverimento così totalizzante non ce l’aspettavamo neanche dalla sua azione totalitaria, a partire dal Covid. Sì, lo confessiamo, complottisti lo siamo sempre stati. Siamo stati a suo tempo apocalittici e integrati e più tardi, quando il nostro mondo riformista faticosamente conquistato è andato in rovina, ci siamo immersi, senza trovare consolazione tutt’altro, nell’universo distopico degli adelphi della dissoluzione. Però non ci aspettavamo che il capitalismo politico e le sue declinazioni, il politically correct e la cancel culture, chiamiamole in originale anche se il giorno della Fine non ti servirà l’inglese, ci riservasse un tale parterre di interpreti. Ma mentre cercavamo inutile consolazione riguardando per l’ennesima volta Fortunello e ricordando il babbo che ci aveva magnificato Petrolini e il suo surrealismo-futurismo da far impallidire Marinetti, ecco che la Provvidenza provvede appunto e riappare Lui.
Lo davano per finito, ormai troppo in là cogli anni, ostaggio coccolato delle badanti, ormai al Ruby viginti, distratto dai grandi temi della politica internazionale, satollo per aver sottratto ad Amsterdam Mediaset dalle grinfie della magistratura militante, per conto di chi è un altro discorso. Lui che a Pratica di Mare nel 2002 fece l’ultimo tentativo serio di portare la Russia, dopo l’esplosione sovietica, dentro una graduale transizione euro-democratica.
Tra Così è se vi pare e l’Enrico IV un italianissimo Berlusconi pirandelliano mette in scena la pazzia con il suo relativismo e la sua Verità. Un ceto politico plebizzato, aspirante a farsi fragile casta assiste impaurito da questo spettacolo di cui non coglie le radici politiche, ignote alla sua subalternità coloniale. Non scomodiamo Balzac e nemmeno i fescennini versus, quello che il Cavaliere disvela col suo genio immarcescibile è soltanto la comédie humaine del nostro tempo…
La Redazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA