Il 16 e il 17 maggio 2024, il Presidente della Federazione russa si recherà in visita ufficiale presso la capitale della Repubblica Popolare cinese. Mosca è consapevole della sua momentanea posizione di debolezza nei confronti dell’ingombrante vicino ma allo stesso tempo necessita del suo sostegno, soprattutto economico. Pechino finora è riuscita brillantemente a insidiare gli spazi vuoti lasciati dal mercato europeo, divenendo il principale socio commerciale dell’Orso e non alienandosi totalmente agli occhi di Stati Uniti e soci. L’obiettivo dell’incontro sarà dimostrare all’Occidente come “l’amicizia senza limiti”, contro tutti i pronostici, sia più solida che mai.
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e soprattutto dell’estensione dell’impianto sanzionatorio, la Repubblica Popolare cinese agli occhi degli apparati moscoviti è apparsa un po’ come un’ancora di salvezza. Oltre a essere diventata la principale importatrice di petrolio siberiano, la Cina (secondo funzionari statunitensi) ha costantemente rifornito la Russia di componenti essenziali per la produzione militare e industriale. Adesso, però, un’economia interna stagnante, una disoccupazione giovanile galoppante, una demografia non più vigorosa, consigliano a Xi di non abbracciare ulteriormente il vicino in affanno, almeno non a livello ufficiale. Gli Stati Uniti e l’Europa rimangono un partner economico chiave, irrinunciabile, funzionale ad aumentare le esportazioni cinesi, le quali risultano essenziali ad accrescere il benessere della popolazione e ad assottigliare le enormi differenze fra entroterra e costa (da sempre minaccia alla stabilità interna). Sul tavolo quindi le questioni principali spazieranno dall’economia, alla finanza (leggi de-dollarizzazione), ai dossier regionali (Medio Oriente ed Africa), fino alle elezioni presidenziali statunitensi di novembre.
Se Putin cerca di bilanciare gli aiuti necessari al suo Paese, vedi sviluppo relazioni con Iran e Corea del Nord, in modo tale da non compromettere ulteriormente la propria posizione nei confronti di Pechino, Xi Jinping alla stessa maniera si barcamena tra un abbraccio all’Orso, partner strategico per il multipolarismo, e un occhiolino all’Occidente, partner strategico economico.
Paolo Lolli
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