A quattro anni di distanza dalla visita di Stato dell’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi nella Repubblica di Turchia, nel 2005, il Presidente turco Abdullah Gul, riceverà fra il 16 e il 19 novembre, la delegazione del Presidente Giorgio Napolitano, accompagnato dal Sottosegretario per gli Affari Esteri, Alfredo Mantica. Il programma della visita presidenziale, include le città di Ankara e di Izmir, ovvero Smirne. Napolitano e la sua delegazione dopo la tappa ufficiale nella capitale, dove incontreranno il Presidente della Grande Assemblea Nazionale della Turchia, Mekmet Ali Sahin e il premier turco Recep Tayyip Erdogan, si recheranno nella città costiera per incontrare gli italiani ivi residenti e per visitare alcune località di valore storico e turistico.
Fra le priorità dell’agenda di Napolitano vi è la cooperazione economica ed energetica, ambito in cui l’Italia è interlocutrice privilegiata del Paese mediterraneo, tuttavia al centro dei colloqui ufficiali vi è la questione concernente la tortuosa procedura d’adesione della Turchia all’Unione Europea. Tant’è che la conferenza prevista all’Università di Ankara verterà sul tema: “Eredità del passato e sfide del futuro: Turchia e Europa nei nuovi equilibri del mondo globale”.
Riguardo alla visita di Napolitano, da parte turca è stata rilasciata la seguente dichiarazione: “La visita permetterà un ulteriore passo in avanti nei consolidati rapporti fra i nostri due paesi e le nostre nazioni amiche, alleate e unite attorno ad una piattaforma di valori democratici comuni all’Europa e al Bacino del Mediterraneo, offrendo l’opportunità di rafforzare la cooperazione strategica ed il dialogo fra Turchia e Italia”.
La visita di Napolitano sembra muoversi nell’alveo della politica estera governativa intrapresa dal Premier Silvio Berlusconi. Sintomatica a tal proposito una recente dichiarazione del ministro dello Sviluppo Economico, Scajola, il quale ha definito l’Italia una porta d’Europa verso l’Asia, precisando che occorre “utilizzare i nuovi equilibri geopolitici e geoeconomici per consolidare questo ruolo del nostro Paese creando un vero e proprio ‘partenariato strategico’ con i principali Paesi della sponda sud del Mediterraneo”, quindi che “la nuova politica energetica del Governo Berlusconi sta già portando l’Italia a diventare una piattaforma di scambio e di transito dell’energia, un vero e proprio ”ponte energetico” tra Mediterraneo ed Europa”.
Il capo dello Stato italiano, da parte sua, a pochi giorni dall’imminente visita di Stato, in occasione della lectio magistralis, pronunciata all’Università ‘Orientale’ di Napoli per il conferimento della laurea honoris causa in ‘Politiche e Istituzioni dell’Europa’, ha inviato alcuni messaggi molto significativi sia alla Turchia che all’Unione Europea.
Ha ammonito l’Europa ad essere più unita e risoluta “oppure sarà il declino”, puntualizzando che: “’l’adesione della Turchia potrà rappresentare una tappa di grande importanza per l’affermazione e l’espansione del ruolo dell’Europa”. “L’Europa potenza e attore globale resterà solo un’espressione retorica e una semplice enunciazione velleitaria se la Ue rimarrà prigioniera delle nostalgiche e impotenti pretese degli Stati Nazionali”. E che: “l’Europa non può, di fronte a decisioni fondamentali che l’attendono, rimanere sospesa al conseguimento dell’unanimità”. Inoltre ha aggiunto: “O la Ue farà un balzo in avanti sulla via dell’integrazione, affermandosi come soggetto unitario capace di leadership sull’arena mondiale, o diventerà spettatrice in un mondo guidato, se non da un improbabile G8 con Usa e Cina, da loro e da altre potenze in impetuosa crescita”. Questo viaggio di Napolitano rappresenta l’ultima visita di Stato del Presidente per il 2009, un evento quindi di normale routine diplomatica. Tuttavia, i toni così espliciti ed esortativi contenuti nelle dichiarazioni di Napolitano, sembrerebbero in realtà scaturire dalla preoccupazione per il recente incontro del premier turco a Teheran con il Presidente iraniano Ahmadinejad e per l’avvicinamento di questo Paese all’Iran. Facendo leva sulla posizione particolarmente favorevole in cui l’Italia, in virtù del suo recente attivismo e della sua convergenza in politica energetica con la Turchia, viene a trovarsi in questo momento, la renderebbe forse la nazione europea più idonea a tastare il polso della situazione onde sondarne eventuali sviluppi.
Da qui il monito all’Europa affinché velocizzi le procedure d’ingresso di questo Paese così strategico e fondamentale.
Ermanno Visintainer