Di buone intenzioni è lastricato l’Inferno, ci pare così recitasse un proverbio, e i proverbi sono monumenti parlanti dei popoli secondo Don Benedetto Croce. G20 sull’Afghanistan dopo che sono scappati altro che i buoi e non c’è più nemmeno la stalla che c’hanno raccontato che c’era e dal Mediterraneo solo un silenzio imbarazzato salvo la buona novella tunisina di Néjla Bouden; la riforma del catasto senza aumento delle tasse, ma quando mai si è vista una cosa del genere; transizione ambientale e digitalizzazione, ma intanto aumentano e di molto le bollette del gas e dell’elettricità, le paline di ricarica elettrica scarseggiano per usare un eufemismo e col North Stream 2 che punta a surrogare il passaggio ucraino, diventiamo dipendenti dall’hub teutonico, proprio noi che dal dopoguerra ci siamo alimentati a pane e metano e sul gas naturale avevamo costruito un modello di relativa stabilità nel Mediterraneo fatto saltare dalle cosiddette primavere arabe; vaccinazione di massa e green pass obbligatori ma la DAD nelle scuole è di nuovo in crescita e la comunicazione governativa in materia è, ad essere indulgenti, tanto totalitaria quanto confusa, mentre nel resto dell’Europa le restrizioni si allentano, sì anche a Parigi, pur essendo già più lievi. Ciononostante siamo stati in vigile attesa, per restare in tema. Ed è così che il colpo finale di Angela sull’ESMA, European Securities and Markets Authority, ci ha sorpresi, o forse no. Ma come il candidato italiano era arrivato primo nella shortlist decisa nel novembre 2020 dal Selection Board della stessa ESMA sulla base delle qualifiche professionali, competenze ed esperienza, ed invece Verena Ross in dirittura d’arrivo l’ha bruciato. Roba da far rigirare nella tomba Giosuè Carducci e Pirandello, ancora sotto shock per lo schiaffo di Tunisi rifilatoci da Bismarck in combutta coi soliti cugini francesi, la perfida Albione vera regista. A nulla è valso l’understatement mediatico immediatamente scattato, nel nostro subconscio si è agitato il ricordo di quelle belle lottizzazioni su scala continentale della 1ª Repubblica che alcuno si guardava bene dal tradire. Ed allora, a pensar male si fa sempre bene diceva il Divo Giulio, non sarà che a Berlino ci sospettano di essere una talpa atlantista e ci tagliano preventivamente le gambine? Ah saperlo saperlo, era la cantilena di Pazzaglia in Quelli della notte nei formidabili anni ottanta, ma a SuperMario questo retropensiero non sarà certo sfuggito e siamo fiduciosi che non gliela farà passare liscia. A meno che, siamo rosi dal dubbio, non abbia scelto di interpretare la parte resa famosa da Totò nello storico sketch del 1966 a Studio Uno col grande Castellani.
“Mi si avvicina un pezzo di giovanottone grande e grosso e mi urla : “Pasquale maledetto era un pezzo che ti cercavo, figlio di un cane” e giu’ una sblerla, poi mi prende per il petto e mi sbatte al muro, e io pensavo tra me e me : “Chissa’ sto’ stupido dove vuole arrivare….” e subito dopo…. giu’ botte, strattoni, cazzotti, e alla fine la domanda fatidica : “Ma perche’ non hai reagito?” gli chiede irritato Castellani… “E che me frega a me, che sò Pasquale io ?”
La Redazione
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