Quello dei migranti non è, come da più parti ormai si afferma, solo un “problema comune europeo”, bensì “Il” problema centrale con il quale l’Europa – in particolare l’Unione europea – dovrà sempre più misurarsi e dal quale, in buona sostanza, potrebbe dipendere il suo destino e la sua stessa esistenza. Non si tratta di timori o profezie apocalittiche, sono i puri e semplici indicatori economici e demografici che stanno lì a dimostrarlo.
Infatti la crescita della popolazione mondiale, pur avendo subito, nel complesso, un rallentamento nell’ultimo decennio, vede sempre più squilibrato il rapporto fra l’Europa, che sta soffrendo una sempre più profonda crisi demografica, e le regioni del Medio Oriente e dell’Africa, sia settentrionale che sub-sahariana, dove gli indici di natalità restano i più alti del globo. All’opposto i livelli di ricchezza e benessere e – non ultimi, specie di recente – quelli di stabilità politica e sociale, che rendono la sponda meridionale del Mediterraneo ed il suo vastissimo entroterra continentale una vera “bomba demografica” la cui esplosione, se non già in corso, appare comunque imminente.
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Leggi l’articolo completo di Andrea Marcigliano, Senior fellow del Nodo di Gordio, su l’inione —> Migranti ed Europa: la grande sfida