“Washington non è interessata a fermare la guerra in Ucraina”. No, non è il complottismo di qualche putiniano che il Ministero della Verità metterà al bando o farà svaporare per non infastidire i chierici di regime politicamente corretti. La dichiarazione, inviata ieri in video al workshop del think tank Il Nodo di Gordio, è di Stephen Bryen, ex sottosegretario alla Difesa dell’amministrazione Reagan. Statunitense doc, dunque. Ed aggiunge, Bryen, che la Nato ha (volutamente?) ignorato le richieste di Mosca presentate prima dell’inizio del conflitto, proprio per evitare il conflitto.
E allora, a questo punto, come se ne esce? Gli interventi al workshop, seppur con punti di partenza differenti, portano ad una identica prospettiva: uno stallo sul fronte militare, con la Russia che mantiene il controllo del Donbass, con i due Stati che hanno proclamato l’indipendenza (Donec’k e Lugansk) destinati a vivere con la tutela militare di Mosca e con Kiev che non riconoscerà la perdita dei due territori e, probabilmente, di aree contigue. Una situazione di fatto destinata a prolungarsi nel tempo come – lo ha ricordato Franco Cardini – in Abcasia e Ossezia del Sud dopo l’autoproclamata indipendenza dalla Georgia.
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