[…] Per la delegazione italiana è intervenuto anche Antonciro Cozzi, associate analyst del think tank di geopolitica “Il Nodo di Gordio”, che ha concentrato l’attenzione sul modello autonomista del Trentino nella risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian. Il Nagorno-Karabakh nel 1923, durante il periodo dell’Unione Sovietica, fu mantenuto come parte dell’Azerbaigian – con la concessione di uno Status di Provincia autonoma. Nel 1988, con l’Urss in declino, diversi movimenti ultra nazionalisti e separatisti armeni promossero pretese territoriali contro l’Azerbaigian, chiedendo l’annessione del Nagorno-Karabakh – Regione dell’Azerbaigian, all’Armenia.
Da qui l’inizio di una guerra non dichiarata dell’Armenia contro l’Azerbaigian. Da oltre vent’anni, con l’occupazione militare da parte dell’Armenia della regione del Nagorno-Karabakh dell’Azerbaigian, e delle sette regioni azerbaigiane circostanti, l’Armenia ha invaso, in cifre, il 20 per cento del territorio dell’Azerbaigian, causando distruzioni e rovina. Tale occupazione ha causato la morte di 30mila cittadini dell’Azerbaigian ed è un fatto reale che il Nagorno-Karabakh non è stato riconosciuto a livello internazionale da nessuno Stato, compresa la stessa Armenia. Presente ai lavori del Forum anche l’Ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia, Mammad Bahaddin Ahmadzada.
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L’articolo completo di Domenico Letizia su Opinione.it —> Baku capitale del multiculturalismo