E’ di questi giorni la visita ufficiale di due giorni (12-13 gennaio) del Premier Turco, Recep Tayyip Erdogan a Mosca, accompagnato da un’ampia delegazione turca che includeva il Ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu, il Ministro dell’Energia Taner Yildiz e il Ministro del Commercio Estero Zafer Çaglayan. Al centro dei colloqui con il Primo Ministro russo Vladimir Putin i temi della cooperazione energetica e della sicurezza che hanno contrassegnato questo ulteriore avvicinamento strategico fra i due paesi, storicamente rivali.
Ricordiamo per inciso, che dopo il collasso dell’Unione Sovietica, al posto della storica competizione, le relazioni bilaterali fra Turchia e Russia sono state caratterizzate da una crescente sinergia, iniziata con la visita ad Ankara, nel dicembre del 2004, dell’allora Presidente Putin. Una vera e propria pietra miliare.
In un altro incontro con il Presidente Gul, avvenuto il febbraio scorso, il Premier russo aveva avuto modo di dichiarare la posizione privilegiata occupata dalla Turchia all’interno della politica estera di Mosca. Il Premier Erdogan, da parte sua, aveva incontrato Putin a Sochi il 17 maggio successivo. Un secondo momento saliente di questo nuovo sodalizio è certamente stato il vertice trilaterale svoltosi il 6 agosto 2009, ad Ankara fra Erdoğan, Putin e Silvio Berlusconi, durante il quale è stato sottoscritto un protocollo di cooperazione Eni e Gazprom per la realizzazione del gasdotto South Stream attraverso il Mar Nero, finalizzato a convogliare il gas russo in Europa aggirando le zone di transito più problematiche, come l’Ucraina. In quest’occasione Putin approvò addirittura venti protocolli di collaborazione fra i due paesi in vari settori, dal valore complessivo di 40 miliardi di dollari.
Venendo all’incontro di questi giorni, sono stati compiuti dei passi in avanti in diverse questioni cruciali di politica energetica già in itinere, fra cui gli stessi progetti South Stream e Blue Stream, nonché il sostegno alla realizzazione dell’oleodotto Samsun-Ceyhan, anch’ esso spalleggiato da Mosca durante il vertice del 6 agosto. Un impegno da parte russa che è stato riconfermato da Igor Sechin, consulente del Premier russo, in una dichiarazione rilasciata alla stampa.
Un nodo venuto a galla durante i colloqui, tuttavia, ha riguardato la concomitante partecipazione, da parte di Ankara, al progetto antagonista del Nabucco finalizzato a trasportare l’idrocarburo verso l’Europa onde ridurre la dipendenza da Mosca, sostenuto dalla UE e dagli Stati Uniti. La Turchia, ha cercato di minimizzare la rivalità fra gli oleodotti, che, peraltro anche secondo una precedente dichiarazione di Medvedev, non si escluderebbero a vicenda. Putin ha glissato la questione, ponendo l’accento sulla funzione di ponte naturale della Turchia verso i mercati mediorientali, nonché la sua importanza strategica per convogliare il gas e il petrolio russi verso l’India e l’Estremo Oriente.
Putin ha altresì rimarcato l’importanza di espandere le sinergie verso altri settori energetici, fra cui è stato toccato il tema dell’energia nucleare. A questo riguardo, il governo turco è alla ricerca di una via d’uscita per aggirare il verdetto della Corte Costituzionale, che nel marzo del 2008, si era pronunciata contraria alla costruzione di centrali nucleari. Di fatto le due nazioni hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta di cooperazione per la costruzione della prima centrale nucleare in Turchia, sottoscritta sempre da Igor Sechin e dal Ministro dell’Energia turco Taner Yildiz. Un altro punto all’ordine del giorno ha riguardato la politica di normalizzazione delle relazioni bilaterali che la Turchia sta portando avanti in maniera positiva con la vicina Armenia. Erdogan ha sollecitato Mosca a svolgere un ruolo più attivo nella questione del Nagorno-Karabakh. Di fatto comunque, i risultati concreti della visita di Erdogan a Mosca sono stati l’abolizione del visto d’ingresso fra le due nazioni nel quadro di una apparente nuova strategia di Ankara, detta “diplomazia dei visti”, nonché un traguardo commerciale che il Premier ha espresso nel seguente modo: “Nei prossimi cinque anni il nostro scopo sarà quello di incrementare fino a 100 miliardi di dollari il volume complessivo delle transazioni commerciali”. Un esito complessivamente positivo quindi, che riconferma e rinsalda i legami e la partnership energetica della Turchia con la Russia.
Ermano Visintainer