Scommettere sulla Russia? Non solo si può, ma si deve. Perché l’economia del grande Paese eurasiatico sta già ripartendo. Lo ha assicurato Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia, nel corso di un convegno ospitato a Torino sul tema delle relazioni tra Italia e Russia. Mosca chiuderà il 2015 con un pesante calo del Pil, intorno al 3,5-3,8%. Ma già il prossimo anno potrebbe vedere una nuova crescita, pari a circa l’1%. Non è molto, ma significa che l’economia sta ripartendo e per i due anni seguenti il Pil russo potrebbe crescere a ritmi superiori a quelli dell’Unione europea.
Nel frattempo si ridurrà drasticamente l’inflazione. Per Fallico la ripresa economica di Mosca sarà favorita da un aumento del prezzo del petrolio. Perché la Russia, prudentemente, prepara il proprio budget sulla base di un prezzo del petrolio di poco superiore ai 40 dollari, ma Fallico ritiene che a fine 2016 il barile possa attestarsi intorno ai 60 dollari per salire sino agli 80 nell’arco dei due anni successivi. Inoltre, a suo avviso, l’elezione del nuovo presidente americano sarà seguita dalla fine delle sanzioni, sempre più ingiustificate ed ingiustificabili. A tutto questo si aggiungeranno i benefici legati all’Unione doganale eurasiatica (composta da Bielorussia, Russia e Kazakhstan) che sta superando alcuni ostacoli burocratici mentre aumenta il numero degli Stati che chiede l’adesione.
Alessandro Grandi
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