L’incontro stagionale degli Stati dell’Assemblea Parlamentare NATO si è concluso il 18 maggio con la stesura di diversi documenti che fanno luce sulla strategia geopolitica dell’organizzazione e degli Stati Uniti. Rappresentanti di 51 nazioni hanno preso parte ai lavori affrontando le questioni più spinose dello scacchiere internazionale. Particolare attenzione è stata riservata all’allargamento dell’organizzazione e allo scenario ucraino.
L’allargamento punta a coinvolgere il limes sempre più sottile tra Europa e Paesi del vecchio blocco sovietico. Da quanto emerge al punto 12 del Documento sull’Allargamento della NATO[1], l’organizzazione mira a “raddoppiare gli sforzi” affinché sia ampliata la membership e resa più accessibile a chi voglia unirsi. Il Montenegro dovrebbe aggiungersi alla NATO entro la fine dell’anno mentre un incoraggiamento ad unirsi definitivamente è stato rivolto a Bosnia, Georgia e Macedonia, la cui strategia adottata per raggiungere le condizioni necessarie all’adesione è stata valutata positivamente. Per quanto riguarda il rapporto tra l’Alleanza Atlantica e Ucraina, il vice Segretario della NATO, il Generale Alexander Vershbow, ha sostenuto la decisione del Parlamento Ucraino di uscire dallo status di “Paese non allineato” (e, quindi, neutrale) e di avvicinarsi alla compagine militare del Patto Atlantico. Vershbow ha ribadito la volontà della NATO di aiutare l’Ucraina a far fronte all’aggressione russa (la questione è presente al punto 13 del documento su citato), spalleggiato dal rappresentante Norvegese Oeyvind Halleraker che si è detto pronto a contrastare la strategia russa nell’Artico.
Si delinea così una strategia volta a contenere eventuali espansioni russe e a occupare politicamente gli spazi lasciati dal crollo dell’Impero sovietico e dei suoi Stati satelliti. La Russia ha denunciato più volte questa politica indicandola come lesiva dei propri interessi nazionali e internazionali. Putin procede su un doppio binario: da un lato lascia aperta una finestra di dialogo[2], dall’altro cerca di mostrare la sua forza politica e militare: conseguentemente alla conclusione del summit ungherese della NATO, il leader del Cremlino ha deciso di non rinnovare il diritto di passaggio dell’Alleanza sul Northern Distribution Network scaduto lo scorso dicembre e fondamentale per la missione alleata in Afghanistan. Questa scelta è il frutto dell’ennesima presa di posizione della NATO che escludendo il dialogo con la Federazione Russa e inasprendo gli aspetti critici delle reciproche relazioni, si sta “sparando sul piede”.
[1] NATO PA, Declaration on NATO Enlargement [109 SESP 15 E rev. 1]. Adottato in Assemblea Plenaria lunedì 18 maggio 2015 a Budapest, Ungaria. http://www.nato-pa.int/Default.asp?CAT2=0&CAT1=0&CAT0=2&SHORTCUT=3860.
[2] Simbolo di questa volontà sono gli incontri bilaterali iniziati a metà maggio con rappresentanti americani (il Segretario di Stato John Kerry e la sua assistente Victoria Nuland) volti a dirimere le più importanti questioni internazionali su cui, però, sembra non esserci accordo.