No, non stiamo parlando della Cina Rossa, con cui è in atto un raffreddamento dell’amore che i calori pentastellati non hanno saputo difendere dalle “insidie velenose” atlantiste, altro che Alida Valli. Ci riferiamo al metano o gas naturale, il nocciolo della Ricostruzione post-bellica, sul cui aumento in bolletta il mainstream mediatico sparge il consueto terrore quotidiano. Sarà per distogliere la gente dal varo dell’obbligo del green pass, questo è, oppure per tentare di accalappiare qualche lettore in più da giuocarsi sul tavolo governativo quando la transizione sociale in corso non avrà più bisogno di loro, compresa l’ormai raggiunta irrilevanza dei residui corpi intermedi politici e sindacali, il Novecento cancellato. Sembra logoro l’idillio storico con la fonte di energia che ha sconfitto il freddo e la nebbia, che ci ha regalato la doccia quotidiana e l’energia elettrica, garantendoci una straordinaria continuità di servizio, sulla sponda sud del Mediterraneo si interrompe spesso durante la giornata e devono entrare in funzione i generatori privati a gasolio, tanto da aver consegnato all’oblio anche Enrico Mattei. E tutti a parlare di sacrosante rinnovabili per le quali paghiamo annualmente in bolletta 14 miliardi di euri, il plurale rende meglio, addirittura e lo diciamo senza pregiudizi, di nucleare. Al presidente ucraino Zelenskyy gli sono state appena rifilate da Biden due centrali Westinghouse e puff Chernobyl è già dimenticata, ma non come deterrente.
A noi pochi del Nodo di Gordio e non felici di questi tempi, tocca ricordare, vox clamantis in deserto, che bisogna ragionare sul peso accresciuto dell’Asia nella competizione energetica e sulla perdita di ruolo strategico dell’Europa, attenzione il premier olandese Rutte da Boris Johnson, ma non della Germania che ci ha scippato la relazione preferenziale sul metano con la Russia, sul Fit for 55 della Commissione europea che abbiamo supinamente accettato senza valutarne le conseguenze su un apparato produttivo già ora in sofferenza.
Poi una bella mattina apriamo il rubinetto e mentre aspettiamo invano l’acqua calda ci accorgiamo che il termosifone è ghiaccio, l’idraulico non risponde oppure ha l’agenda tutta impegnata ed allora forse, desolati, ripensiamo a quelli del Nodo di Gordio, alle loro elucubrazioni troppo sofisticate e pessimiste che poi tali non erano, a quella sicurezza che davamo, sbagliando, per scontata. C’eravamo tanto amati…
La Redazione
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