La provincia del Sistan-Baluchistan, una delle terre più remote e aspre nel mondo, è la parte iraniana di una grande regione chiamata Baluchistan divisa tra Iran, Pakistan e Afghanistan. La provincia è abitata da circa 2 milioni di baluci ed è la più povera ed economicamente la più arretrata del paese, ma vanta sorprendenti risorse naturali come gas, oro, rame, petrolio e uranio. La provincia ha anche il più basso reddito pro capite dell’Iran, secondo alcune stime, circa l’80% dei Baluci vivrebbe sotto la soglia di povertà.
Negli ultimi anni è stata teatro di frequenti scontri tra le forze di sicurezza, i militanti sunniti, e i trafficanti di droga, poiché la zona è considerata un crocevia del traffico di oppio proveniente dall’Afghanistan e diretto al mercato mondiale, oltre al contrabbando di armi tra Afghanistan, Pakistan e Iran. Inoltre i Baluchi lamentano, da anni, discriminazioni nei loro confronti perché di fede sunnita, poiché la popolazione della Repubblica Islamica dell’Iran è per il 92% shi’ita. Altro motivo di scontro dei militanti sunniti sono le istanze indipendentiste dei baluci che vengono tenute sempre sotto controllo dalle autorità iraniane.
Alcuni esperti sostengono che la mancanza di sviluppo e la repressione culturale e religiosa nella provincia incoraggino il sostegno all’insorgenza tra le comunità dei Baluci. I principali gruppi ribelli che operano nella provincia sono il Jundullah e il Jaish al-Adl, e secondo le autorità iraniane avrebbero le basi nella provincia del Baluchistan pakistano, confinante con l’Iran. Le forze iraniane attaccano questi gruppi, sul confine e, a volte, com’è successo nell’ottobre scorso, oltrepassandolo, violando cosi le leggi internazionali e mettendo a repentaglio anche le relazioni tra i due paesi.
Saltuariamente il Baluchistan iraniano è luogo di attentati e scontri tra i militanti sunniti e soldati iraniani. L’ultimo si è verificato il 6 aprile 2015 quando otto guardie di frontiera iraniane sono state uccise e un altra sarebbe stata ferita in un agguato nella provincia di Sistan-Baluchistan iraniano, vicino al confine con il Pakistan. L’attentato sarebbe stato rivendicato dal gruppo militante etnico del Baluchistan sunnita Jaish al-Adl.
Secondo alcuni funzionari iraniani gli aggressori avrebbero attraversato il confine dalla provincia del Baluchistan pakistano prima dell’attacco e successivamente, dopo l’attacco, si sarebbero ritirati sempre attraverso il confine con il Pakistan, eventualità negata dai funzionari pakistani.
Il gruppo Jaish-ul Adl (“Esercito della Giustizia”) ha sostenuto di aver catturato cinque guardie di frontiera iraniane nel Febbraio 2014 nella zona Jakigour nella provincia di Sistan e Baluchistan. Il 25 ottobre 2013 avrebbe ucciso 14 guardie di frontiera iraniane e feriti altre tre nella regione di confine vicino alla città di Saravan. Nel novembre 2013 il gruppo Jaish-ul Adl ha ucciso un pubblico ministero iraniano a Zahedan, e nel mese dicembre 2013 avrebbe fatto esplodere una bomba che ha ucciso tre guardie rivoluzionarie iraniane.
Le autorità iraniane, per frenare il movimento transfrontaliero dei militanti e impedire la diffusione di attività illegali, come la circolazione delle merci sul mercato nero, il traffico di droga e l’immigrazione clandestina, hanno iniziato nel 2007 la costruzione di un muro, alto 3 metri e lungo 700 chilometri sul confine con il Pakistan. In Pakistan la situazione dei Baluci non è sicuramente migliore in considerazione della forte spinta indipendentista che è molto diffusa tra la popolazione della regione omologa.
Gli esperti temono che il trattamento ricevuto dai Baluci su entrambi i lati del confine possa portare ad una alleanza tra il gruppo militante sunnita anti-iraniano e anti shiita come Jundullah e i vari gruppi laici separatisti del Baluchistan pakistano, come il Fronte di Liberazione del Baluchistan e l’Esercito di Liberazione del Baluchistan.
L’Iran, già in passato, per preservare l’integrità territoriale e regionale aveva dislocato ulteriori unità militari e di sicurezza nella provincia di Sistan-Baluchistan, compiuto esercitazioni, facendone coordinare le attività dalle Guardie Rivoluzionarie Islamiche e aumentando il controllo sul confine con il Pakistan. Recentemente, una grande esercitazione militare che ha coinvolto la parte sud-est dell’Iran, (le province di Hormozgan e Sistan-Baluchistan) si sarebbe conclusa il 30 dicembre scorso con la partecipazione dell’esercito, dell’aeronautica, della marina e delle Guardie Rivoluzionarie in gran numero.
Elvio Rotondo
Country Analyst
© RIPRODUZIONE RISERVATA