La Russia e Cuba avrebbero raggiunto un accordo sulla riapertura della base militare di Lourdes utilizzata in passato per spiare principalmente gli Stati Uniti.
La base, a sole 150 miglia al largo delle coste degli Stati Uniti, fu aperta nel 1964 dopo la crisi dei missili cubani e chiusa nel 2002 a causa della mancanza di fondi, e anche come gesto di buona volontà verso il governo americano in un clima diplomatico che allora si poteva ancora considerare buono. Nello stesso periodo, la Russia chiuse anche un altro posto d’ascolto a Cam Ranh Bay, in Vietnam.
Durante la Guerra fredda, la base di Lourdes, a sud della capitale dell’Avana, impiegava circa 3,000 persone ed era il più grande centro per la raccolta d’intelligence (SIGINT), di Mosca oltre ad essere usata per fornire comunicazioni alle navi russe.
Secondo il NYT nel periodo di massimo splendore, il SIGINT (Signal Intelligence) di base a Lourdes avrebbe permesso a Mosca di ascoltare le conversazioni telefoniche nel sud-est degli Stati Uniti, tenere d’occhio la Marina degli Stati Uniti nell’Atlantico, monitorare il programma spaziale di Cape Canaveral e comunicare con le spie sul suolo americano. Nel 1993, quando Castro era il capo delle forze armate cubane, si vantava che il 75 per cento dell’intelligence strategica sugli Stati Uniti, la Russia lo aveva ottenuto attraverso Lourdes.
Secondo la fonte stampa russa, the Kommersant, se il centro di raccolta d’intelligence russo venisse riaperto sarebbe l’unico centro russo nella sua specie presente nell’emisfero occidentale.
Sempre secondo Komersant, si parlava di una possibile riapertura della base già diversi anni fa, ma solo quest’anno a seguito del deteriorarsi dei rapporti con gli USA a causa della crisi ucraina si sta portando a compimento il vecchio progetto.
A metà luglio, Putin avrebbe firmato la cancellazione del 90 per cento dei debiti di Cuba, circa 32 miliardi di dollari, nei confronti della Russia durante la sua visita ufficiale in America Latina, con prima tappa proprio a L’Avana.
Cuba rimane uno degli alleati più importanti della Russia nella regione, con un bilancio commerciale tra i due paesi, arrivato a 200 milioni di dollari lo scorso anno.
Da febbraio di quest’anno, a seguito dell’imposizione delle sanzioni alla Russia, Mosca per non rimanere isolata dalla comunità internazionale starebbe tentando di rafforzare i rapporti con altri paesi, Asia e America Latina compresa.
Putin, durante la visita a Cuba, avrebbe promesso di aiutare il suo vecchio alleato nell’esplorazione dell’oro nero a largo del Paese. Mentre in Argentina avrebbe firmato un accordo commerciale con lo scopo di aumentare l’influenza russa nella regione.
Secondo un esperto del settore, l’accordo con Cuba potrebbe avere un enorme significato simbolico dimostrando la forza geopolitica della Russia.
La riapertura è non è ancora ufficiale ma Putin avrebbe dichiarato, la settimana scorsa, che la Russia vorrebbe installare una stazione di terra per il suo sistema di navigazione satellitare GLONASS nell’isola, notizia confermata anche dal giornale cubano “El Economista de Cuba”.
Le relazioni russo-americane hanno raggiunto il livello più basso dalla fine dell’Unione Sovietica a seguito della crisi ucraina, l’annessione della Crimea, come anche dalla concessione dell’asilo politico da parte russa ad Edward Snowden, ricercato negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio.
Sulla vicenda di Cuba, al momento, non ci sarebbero commenti ufficiali ne da parte di Mosca ne da parte di Washington.
Se venisse confermata la notizia, con la conseguente presenza sempre più massiccia nella regione della Russia, il ritorno alla Guerra fredda sarebbe tutt’altro che lontano.
Elvio Rotondo
Country Analyst