Opuscoli e bandiere dello Stato Islamico sono apparsi in alcune zone del Pakistan e dell’India, questo e altri segnali dimostrano che il gruppo ultra-radicale starebbe ispirando i militanti perfino nelle roccaforti dei Talebani e di al Qaeda. Un gruppo scissionista degli insorti talebani del Pakistan, Jamat-ul Ahrar, ha già dichiarato il sostegno ai combattenti dell’auto proclamato e spietato Stato Islamico, che ha conquistato ampie fasce di territorio in Iraq e Siria. Il leader di Jamat-ul Ahrar è Ehsanullah Ehsan, una figura di spicco dei talebani, si sarebbero detti pronti a un eventuale aiuto ai combattenti dell’IS.
Sui forum dei social media dei jihadisti e sugli account di Twitter, che incubano potenziali reclute per la militanza, i vecchi leader di Al Qaeda, per lo più rintanati nella regione senza legge lungo il confine Pakistano-Afghano, sono visti sempre come più vecchi, stanchi e inconcludenti. L’agenzia Reuters riporta che secondo alcuni esperti della sicurezza la crescente chiamata dello Stato Islamico potrebbe aver spinto il leader di al Qaeda, Ayman al-Zawahri, ad annunciare la creazione di un franchising indiano per issare la bandiera della Jihad in tutta l’Asia meridionale, patria di oltre 400 milioni di musulmani.
Nelle ultime settimane, una cellula locale fedele allo Stato Islamico, cercando di aumentare l’influenza nella regione Afghana-Pakistana, avrebbe distribuito opuscoli nella città pakistana di Peshawar e in Afghanistan orientale. L’opuscolo di 12 pagine intitolato “Fatah” (Vittoria), pubblicato in lingua Pashto e Dari, sarebbe stato distribuito principalmente nei campi profughi afgani alla periferia di Peshawar. Il logo del pamphlet è un fucile d’assalto, AK-47, che invita i residenti locali a sostenere il gruppo militante. Inoltre, sarebbero state viste in giro per Peshawar anche automobili con adesivi dello Stato Islamico. Un funzionario della sicurezza pakistano ha detto che gli opuscoli provenivano dalla vicina provincia di Kunar in Afghanistan, dove un gruppo di combattenti talebani è stato visto impegnato nella distribuzione. Le agenzie di sicurezza pakistane presenti sul confine Pakistan-Afghanistan avrebbero finora arrestato un certo numero di combattenti talebani e recuperato CD, mappe, testi in persiano, Pashto e Dari.”
Segni d’influenza dell’IS vengono anche notati nel Kashmir, regione rivendicata da India e Pakistan e scena di una battaglia decennale dei militanti contro il governo indiano. Fonti dell’intelligence e della polizia di Nuova Delhi e del Kashmir hanno detto che le bandiere sono state viste il 27 giugno in una parte di Srinagar, e poi in luglio, quando l’unica regione a maggioranza musulmana dell’India celebrava il giorno più sacro dell’Islam, Eid al-Fitr. Lo Stato islamico starebbe anche cercando di attirare i musulmani dell’India, che costituiscono la terza più grande popolazione islamica del mondo, ma che sono in gran parte rimasti lontani dai campi di battaglia stranieri nonostante i ripetuti appelli di al Qaeda. A metà luglio, un video di reclutamento è apparso online con sottotitoli in lingue indiane (Hindi, Tamil e Urdu) in cui un auto-dichiarato combattente canadese, vestito con una tuta da combattimento, con una pistola al fianco e una bandiera nera, ha esortato i musulmani ad arruolarsi nella Jihad globale.
Quello dei social-network è lo strumento più utilizzato per il reclutamento dei giovani islamici in tutto il mondo ed è anche la parte più difficile da controllare per le agenzie d’intelligence. I giovani sono i primi a subire pressioni dagli addetti ai lavori in grado di far leva in maniera ammiccante e attraente direttamente nelle loro case. Questo grazie anche alle capacità dei cosiddetti reclutatori che dimostrano di conoscere molto bene il mezzo mediatico e l’arte del convincimento.
Elvio Rotondo
Country Analyst
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