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La città di Rajin, è situata sulla costa nord-orientale della Corea del Nord, ed è tra i pochi porti nel nord-est dell’Asia libero dai ghiacci durante la stagione invernale. Da molto tempo è al centro degli interessi di Cina e Russia e altri paesi vicini. Nel 1991, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la Corea del Nord ha designato le città di Rajin e la vicina Sonbong come “Zona Economica Speciale di Rason.”. (E’ stato il primo esperimento capitalistico nella storia del paese, ispirato dall’esperienza cinese della zona economica speciale). L’area, dal punto di vista geografico, inibisce l’accesso diretto al mare delle fiorenti regioni nord-orientali cinesi e l’utilizzo del porto di Rajin consente alla Cina di trasportare il carbone nell’area di Shanghai, risparmiando così tempo e risorse.
Tuttavia, è solo dal 2011, quando la Cina ha iniziato ufficialmente a partecipare allo sviluppo della zona, che i miglioramenti hanno cominciato a dare i primi frutti. Un gruppo di aziende cinesi, guidate dal Chzhaoshantszyuy Corporation, avrebbe firmato un accordo per un contratto di locazione di 50 anni di tre terminali di ormeggio al porto di Rajin, con l’obiettivo anche di creare un “centro logistico” nell’area di Rason per lo sviluppo della lavorazione di materie prime, produzione di attrezzature, tecnologia avanzata e agricoltura ad alto rendimento. La riuscita del progetto porterebbe, indubbiamente, alla Cina grossi vantaggi.
Già nel 2007 la Cina aveva previsto di costruire un’autostrada di sei corsie per 67 km al fine di collegare la città di Hunchen (Cina) a Raseon (Raseon Free-Trade Zone) (NK) e al terminal dedicato di Rajin. Ciò avrebbe consentito un percorso più breve per l’esportazione di manufatti cinesi in Giappone e nel Pacifico. La strategia dell’area di Raseon era di attirare il commercio cinese offrendo costi più bassi, consentendo così alle spedizioni di bypassare il Mar Giallo e i porti russi, o perché sono parzialmente o completamente congelati durante l’inverno o perché hanno capacità inferiori (Vladivostok, Vostochny, Nakhodka, Posyet e Zarubino).
Inoltre, secondo la rivista “New Eastern Outlook”, oltre a Rason, la Corea del Nord e la Cina gestiranno congiuntamente il Porto di Chongjin; nel corso dei prossimi 30 anni una joint venture appositamente costituita gestirà due banchine nel porto. I rapporti indicano che le società cinesi hanno investito 12 milioni di dollari nella modernizzazione delle banchine, pari a oltre il 60 % del capitale sociale della joint venture.
Un altro sito d’investimento è l’isola di Onsong, situata sul fiume Tumen, che separa la Corea del Nord dalla Cina, dove i cinesi investiranno sia nello sviluppo del turismo che nella costruzione di diversi impianti industriali.
Secondo alcuni dati riferiti al 2012, la Cina rappresenta oltre il 70% del commercio estero della Corea del Nord, e quindi, primo partner commerciale. Lo sforzo nell’investimento cinese è notevole ma per trasformare l’hub logistico di Rajin in realtà, probabilmente, richiederà un sostanziale cambiamento della situazione politica nella penisola coreana.
Infatti, secondo i media sudcoreani, per proteggere gli investimenti cinesi, il Primo Ministro Wen Jiabao avrebbe presentato ai nordcoreani alcune condizioni, tra cui l’adozione di leggi sulla regolamentazione delle attività all’estero, la lotta contro la corruzione, l’abolizione della pratica di imporre nuove tasse per gli investitori, e la riorganizzazione delle dogane, senza le quali la discussione sul proseguimento della cooperazione sarebbe impossibile.
Al Giappone invece, l’utilizzo del porto di Rajin potrebbe essere molto utile per l’accesso alla Ferrovia Transiberiana (TSR) e al sistema di trasporto ferroviario Trans – Cina (TCR).
La Corea del Nord ha riferito di aver concesso il noleggio del bacino numero 3 del porto di Rajin alla Russia, che sta investendo 66 milioni di dollari nel rinnovamento del bacino stesso e delle infrastrutture vicine, tra cui la ferrovia.
Nel 2013, sono stati completati gli adeguamenti della tratta ferroviaria di 33 miglia da Khasan, l’ultima città della Russia prima dell’attraversamento sul fiume Tumen, al porto di Rajin, realizzando cosi un accordo del 2008 firmato dal Ministero delle Ferrovie della Corea del Nord e da quello delle Ferrovie Russe. Durante la celebrazione (settembre 2013) il capo delle ferrovie russe ha dichiarato che lo scopo dell’opera sarebbe di esportare carbone e d’importare merci dalla Corea del Sud e da altri paesi asiatici e che Il collegamento è parte di un piano più ambizioso per una linea ferroviaria tra l’Europa e l’Asia, che potrebbe offrire il trasporto merci più veloce rispetto a rotte navali alternative.
Con il collegamento ferroviario completato, la Russia potrebbe trasportare più carichi messi in container, utilizzando il porto, con una previsione di gestione di 4 milioni di tonnellate di merci all’anno.
Il porto più grande della Russia per l’esportazione del carbone, è Vostochny, che si trova sulla costa del Pacifico, ha una capacità di gestire 18 milioni di tonnellate l’anno. Insieme al porto di Vanino funzionano al massimo della loro capacità, a causa dell’aumento delle esportazioni di combustibile in Asia.
Quindi, l’eventuale utilizzo del porto di Rajin porterebbe un grosso vantaggio all’export russo consentendo, nel contempo, un alleggerimento dei porti più a nord.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa sud-coreana, Yonhap, nel marzo 2013, la Corea del Nord ha aumentato le sue importazioni di macchinari per la costruzione del porto. Un rapporto dell’agenzia Korea Trade-Investment Promotion spiega che la Russia ha esportato gru a bandiera in Corea del Nord per un valore di 21,16 milioni di dollari lo scorso anno, pari al 22 per cento delle sue esportazioni verso il paese nordcoreano.
Anche la Corea del Sud potrebbe essere coinvolta nel progetto poiché secondo il Wall Street Journal, nel mese di febbraio di quest’anno tre grosse aziende sud coreane sarebbero state in procinto di recarsi a Rajin, probabilmente per sondare l’eventuale fattibilità: (la produttrice di acciaio Posco; la Hyundai Merchant Marine, e la statale Korail), a seguito di un accordo firmato durante la visita dello scorso novembre del presidente russo Vladimir Putin, a Seoul. Il piano sarebbe di acquisire fino alla metà della quota del 70% delle Ferrovie russe in RasonKonTrans con un progetto di 340 milioni di dollari, che lo scorso autunno, con cinque anni di ritardo, ha terminato l’ammodernamento di 54 km di binari dal confine della Russia a Khasan fino a Rajin.
Per quanto riguarda la Mongolia, Charles Armstrong, professore di Studi Coreani alla Columbia University definisce cosi le relazioni tra Corea del Nord e Mongolia: “Nella misura in cui la Corea del Nord possa essere persuasa a fare qualsiasi cosa, la Mongolia può svolgere un ruolo importante di mediazione” Certo, la Corea del Nord è ferocemente protettiva della sua indipendenza e agirà nella percezione del proprio interesse, sfruttando al massimo i paesi con cui avrà a che fare. Ma per la sua natura non minacciosa, la Mongolia è in una posizione migliore rispetto a Cina, Russia, Corea del Sud, Giappone o Stati Uniti, per influenzare positivamente il comportamento della Corea del Nord. Proprio per consolidare il rapporto tra i due paesi, il Presidente della Mongolia, Tsakhiagiin Elbegdorj, si è recato in Corea del Nord per una visita di quattro giorni nel mese di novembre dello scorso anno.
La Corea del Nord rappresenta per la Mongolia un importante partner soprattutto per l’accesso nel porto di Rajin in quanto è considerato economicamente più vantaggioso rispetto alla costa cinese o russa. Le relazioni Corea del Nord – Mongolia potrebbero essere condotte sul tema della sicurezza energetica, la Mongolia ha il petrolio, ma non le raffinerie, mentre la Corea del Nord ha le raffinerie, ma poco petrolio. A tal proposito, la società con sede a Ulaanbaatar HBOil, che ha una quota del 20 per cento in Corea del Nord sarebbe interessata a investire in una raffineria di petrolio sulla costa occidentale nordcoreana – la raffineria di Seungri, all’interno della zona Rason, realizzata con tecnologia russa che potrebbe raggiungere la piena capacità operativa entro il primo quadrimestre del 2015. La compagnia petrolifera mongola avrebbe anche i diritti esclusivi per l’esplorazione on-shore, sviluppo e produzione d’idrocarburi.
Qualora il porto e la raffineria di petrolio della zona speciale economica Rason decollassero insieme, questo potrebbe ampliare la capacità nordcoreana a beneficiare della sua posizione all’estremità orientale della Rotta del Mare del Nord. Il passaggio ha il potenziale di trasformarsi in un corridoio energetico artico.
Oltre all’interesse sopra esposto, un’altra valutazione deve essere fatta, cioè, quella di un possibile utilizzo della struttura di Rason per il commercio interno finanche dall’area di Pyongyang. L’eventuale trasporto ferroviario dalla capitale, Pyongyang, è molto lontano dell’essere conveniente per le cattive condizioni delle ferrovie, infatti, ci vorrebbero dai due ai tre giorni per raggiungere il porto di Rajin, mentre il trasporto su gomma è quasi impossibile dato che la maggior parte delle strade sono sterrate (circa il 93% ) (Bang 2004). Secondo The World Factbook (2006) su un totale di circa 25,554 km di strade nel paese solo 724 km sono pavimentate.
La Corea del Nord avrebbe la possibilità di eludere gli effetti negativi della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di conseguenza fare un grosso passo avanti per la sua economia. Malgrado tutti gli accordi per iniziare il programma, sembra, ben poco sia successo. Un ipotetico rilancio dell’economia nordcoreana deve fare i conti con la realtà politica del regime.
Elvio Rotondo
Country Analyst