Il virus ci sta rendendo ciechi. O meglio lo sta facendo il panico indotto dalla massiva, ed enfatica, comunicazione che ci bombarda quotidianamente. E ci fa, appunto, perdere di vista tutto il resto. Cosa in sé molto pericolosa. Perché gli effetti del virus scemeranno e svaniranno. Quelli della paura e della cecità no. Lasceranno pesanti strascichi con cui dovremo fare a lungo i conti.
I conflitti in Medio Oriente non si placano. Anzi. Dallo Yemen alla Siria sino alla Libia è tutto un incendio che si sta rapidamente propagando. Al quale contribuisce la crisi finanziaria delle petromonarchie, e la tensione con Mosca sul prezzo del petrolio.
L’Africa sub-sahariana sta rischiando la più grave carestia alimentare della sua, tormentata, storia. Con prevedibili, pesanti, ricadute. Non ultima il rischio di un moto migratorio senza precedenti.
La tensione tra Turchia ed Europa ha raggiunto una fase critica. La minaccia di Erdogan di dare via libera ai milioni di profughi sino ad ora arginati in Anatolia, si sta concretando. Rischia di travolgere la già fragile Grecia. E, subito dopo Bulgaria, Macedonia, Montenegro… Portando ad un nuovo conflitto balcanico. E chi ricorda un po’ di storia sa a cosa hanno portato le guerre nei Balcani.
Cresce la tensione tra Washington e Pechino. E questo, con la chiusura della nuova Via della Seta, non potrà non avere pesanti conseguenze per un’Europa sempre più arroccata nelle sue paure. E, per altro, sul punto di implodere.
Potrei continuare… Ma credo che possa bastare. O meglio dovrebbe. Se non si continuasse a spiare con timore il vicino di casa, o il passante. Terrorizzati dal virus. Mentre ben altre minacce si addensano intorno a noi.
Andrea Marcigliano
Senior fellow think tank “Il Nodo di Gordio”
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