Prima dell’elezione di Tsipras alla guida del governo greco, la linea di politica estera del partito Syriza appariva chiara, perentoria e rivoluzionaria. Battere i pugni sui tavoli di Bruxelles, non chi nare il capo davanti ai diktat tedeschi e della BCE, assumere posizioni vicine alla linea di politica estera del Cremlino, confermare l’apertura agli investimenti cinesi senza però compromettere la sovranità nazionale. Una politica estera giocata su più scacchieri, cercando la soluzione ai problemi interni non solo alle porte della Trojka ma anche guardando a est, a nord e al Mar Mediterraneo. Anche se è prematuro fare del fact checking, è evidente che Tsipras si è reso conto che tra prassi e pratica politica, o meglio tra campagna elettorale e gestione pratica del potere, lo scarto non è trascurabile e, se vuole rimanere in equilibrio, il governo deve prestare attenzione alle decisioni intraprese in politica estera […]
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