Anche i radicali in campo con la presidenta peronista contro l’attacco della magistratura e delle lobby economiche
Un golpe “morbido”, quello in atto in Argentina contro la presidenta Cristina Kirchner. Così lo definisce Leopoldo Moreau, dirigente nazionale del Movimento Alfonsinista. Dunque un radicale che difende la lider maxima del peronismo sotto accusa per la morte di un giudice impegnato in una indagine sui rapporti tra la presidenta e l’Iran.
E se persino i radicali scendono in campo a fianco di un governo che non li entusiasma, significa che la situazione è davvero preoccupante. La giustizia contro i giustizialisti, perché in Argentina i giustizialisti sono i peronisti che tutelano la giustizia sociale non i difensori della magistratura. Moreau sottolinea come questo potere giudiziario sia scatenato in ogni parte del mondo. Si è arrivati a mettere sotto accusa Obama per l’apertura a Cuba e pure il Papa per averla favorita. Ma sono stati i giudici americani quelli che hanno decretato il default tecnico di Buenos Aires, nella totale indifferenza dell’Argentina che ha risposto stringendo accordi economici, culturali e politici con la Cina.
Ed ora, secondo il dirigente Alfonsinista, la giustizia federale ha messo sotto attacco la presidenta senza uno straccio di prova ma per accontentare la mafia economica che mira alla destabilizzazione del Paese latinoamericano. Una manovra giudiziaria che serve da monito al prossimo governo ed al prossimo presidente, in modo da condizionarli preventivamente. “E’ inevitabile che un governo popolare – prosegue Moreau – provochi queste reazioni”. Che servono anche a criminalizzare l’intera politica, non solo quella peronista. Certo – ammette il dirigente radicale – siamo lontani dal golpe vero dei cara pintada con le armi in pugno. Ma non per questo il tentativo è meno pericoloso. L’accordo tra Buenos Aires e Pechino non piace a Washington, che teme una crescente influenza cinese in tutta l’America Latina. E se le sollevazioni militari organizzate negli Usa non vanno più di moda, si può sempre ricorrere al “golpe blando”, spacciando all’opinione pubblica menzogne che, sostenute dai media, si trasformano in realtà.
Alessandro Grandi