Scarica il PDF – Working Paper – La lettera mancante
Nel bel mezzo della tempesta finanziaria che sta sconvolgendo gli equilibri e la stabilità dei debiti sovrani a livello globale in capo agli Stati industrialmente avanzati, alcuni Paesi proseguono senza sosta la loro marcia, basata su crescita, consumi ed esportazioni, di avvicinamento e, in taluni casi, di superamento delle economie storicamente più strutturate.
È il caso dei cosiddetti Brics (Brasile, Russia, Indica, Cina e Sudafrica) che godono di tassi di sviluppo non paragonabili a quelli europei e statunitensi e che non sono stati travolti dallo tsunami della finanza internazionale. Economie aggressive, in gran parte export-oriented, grazie al mix di bassi costi di manodopera, crescente sviluppo tecnologico e ingenti disponibilità di risorse energetiche.
Stupisce, tuttavia, che la recente inclusione in questo gruppo del Sud Africa, non sia stato accompagnato dal contestuale riconoscimento della Turchia nel novero di questi Paesi Ermergenti. Un sistema economico, quello turco, che oltre a godere di un incremento nel Pil da far impallidire gli altri Stati dell’Unione Europea, si caratterizza per la ritrovata consapevolezza del ruolo strategico giocato nella scacchiera geopolitica. Una potenza regionale che, al di là della oggettiva e fortunata collocazione geografica, ha ripreso un dinamismo nelle relazioni internazionali, riaffermando la volontà di determinare nuove direttrici e nuovi assetti nel bacino del Mediterraneo, così come nel Vicino e Medio Oriente. Un nuovo approccio nelle relazioni internazionali che il premier turco Recep Tayyip Erdoğan ha affidato al Ministro degli Esteri del suo Esecutivo, il prof. Ahmet Davutoğlu.
Dell’attuale visione della politica estera di Ankara, ci siamo già occupati nel volume “La profondità strategica turca nel pensiero di Ahmet Davutoğlu” (Centro Studi “Vox Populi”, Pergine Valsugana 2011), pubblicazione che si fregia delle autorevoli recensioni dell’Ambasciatore Sergio Romano su “Il Corriere della Sera” e su “Panorama” e, recentemente, sulla rivista dell’Associazione Italiana per gli Studi di Politica Estera (AISPE) “Affari Esteri” (Anno XLIII, autunno 2011, p. 145), periodico magistralmente diretto da Achille Albonetti sotto la responsabilità editoriale del Sen. Giulio Andreotti, grazie ad un articolo a firma dell’Ambasciatore Guido Lenzi.
In questo working paper, ci occupiamo di approfondire l’importanza strategica della Turchia nel contesto dei Paesi Emergenti e di sottolineare la singolarità della sua assenza nel novero dei Brics: un acronimo azzoppato dalla “lettera mancante”.
Daniele Lazzeri
Chairman del think tank “Il Nodo di Gordio”