Truppe cinesi saranno, probabilmente, dispiegate in Pakistan per proteggere il “China-Pakistan Economic Corridor” (CPEC) lungo 3000 km, che collega il porto di Gwadar, in Balochistan, alla regione cinese dello Xinjiang. Il piano di Pechino prevede la creazione lungo il CPEC di centrali idroelettriche, rete stradale, ferrovie e oleodotti, con investimenti per 46 miliardi di dollari. La protezione del corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC) è una sfida enorme in un paese dove militanti islamici e uomini armati separatisti sono una minaccia costante. Secondo alcune fonti, il Pakistan metterà a disposizione tre brigate di fanteria indipendenti e due reggimenti di artiglieria supplementari per proteggere l’autostrada. Una brigata è composta da almeno tre reggimenti, ciascuno con circa 1.000 soldati.
Il corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC) inizia dall’irrequieta provincia pakistana del Balochistan, corre lungo la costa Makran dirigendosi a nord per connettersi a Lahore e Islamabad, seguendo in parte il corso dell’Indo e dei suoi affluenti, passando attraverso il Kashmir pakistano e poi nell’autostrada di Karakoram, terminando a Kashgar, la città-oasi culla della cultura degli uiguri musulmani, nel sud della Regione autonoma del Xinjiang, nel nord-ovest della Cina, abitata dalla minoranza uigura di fede musulmana e lingua turcofona. Il corridoio occidentale attraversa la provincia dei Balochistan, dove ribelli separatisti Baluchi si oppongono al progetto CPEC, poi fiancheggia la cintura tribale lungo il confine afgano-pakistano, dove sono stati a lungo di base gruppi militanti islamici, tra cui i talebani pakistani e al Qaeda.
Secondo quanto riportato da NDTV, l’esercito di Liberazione Popolare cinese (PLA) verrebbe dispiegato per proteggere l’autostrada, ma la sua presenza in Pakistan è comunque motivo di preoccupazione per l’India. Nuova Delhi aveva, in precedenza, contestato la presenza di truppe cinesi nella zona di Gilgit-Baltistan1. Non ci sono conferme da parte cinese ma secondo quanto riportato in un articolo del mese di novembre 2015 sul Xinhuanet, durante l’incontro tra il Vice Presidente della Commissione militare centrale cinese Fan Changlong e il primo ministro pachistano Nawaz Sharif, Fan dichiarava che l’esercito cinese vorrebbe approfondire la cooperazione pragmatica con l’esercito pakistano in diverse aree e dare il suo apporto durante la costruzione del corridoio economico Cina-Pakistan. La Cina è, tra l’altro, uno dei principali fornitori di armi ed equipaggiamenti militari del Pakistan ed è anche interessata alla stabilizzazione del vicino Afghanistan, dove punta a giocare un ruolo di primo piano.
La prima fase del CPEC dovrebbe essere funzionale entro il dicembre 2016 e ci si aspetta che sia completamente pronto in tre anni, dando alla Cina un accesso diretto all’Oceano Indiano e oltre. Il corridoio dovrebbe essere utilizzato, tra le altre cose, per il trasporto di carburanti e prodotti petroliferi dalla regione del Golfo alla Cina. Accorcerà il percorso per le importazioni di energia dal Medio Oriente, 6.000 chilometri in meno rispetto a quello attuale tutto marittimo, oceano Indiano – Stretto di Malacca – Mar Cinese Meridionale.
Considerato l’enorme investimento cinese in Pakistan appare verosimile un impiego di soldati di Pechino a salvaguardia del progetto strategicamente importante per il paese. La Cina, oltre a garantire l’integrità del proprio territorio, tende a rafforzare la sua capacità di proiezione politico-militare, allo scopo di proteggere i grandi interessi economici cinesi all’estero.
Elvio Rotondo
Country Analyst
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1Gilgit-Baltistan, noto in passato come Territori del Nord, è l’entità politica autonoma più settentrionale sotto il controllo del Pakistan, non è né una provincia del Pakistan, né parte della federazione. Si tratta di una parte dell’ex Jammu e Kashmir, che è stata divisa tra India e Pakistan, ed è direttamente governata da Islamabad, e non ha rappresentanti nel Parlamento Pakistano come invece hanno altre province.
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