Da almeno un mese, più precisamente dal 9 aprile giorno in cui il partito Sogno Georgiano ha ripresentato la contestatissima legge sulle interferenze straniere, nella Capitale e nelle principali città della Georgia infuriano le proteste della popolazione contro la già ribattezzata “legge russa”. Martedì 14 maggio la legge sull’influenza straniera è stata approvata in via definitiva in terza e ultima lettura dal Parlamento. Il testo, ferocemente criticato dagli oppositori e dalla popolazione scesa in piazza, timorosi di uno strappo con Bruxelles, obbliga media, ong, organi di informazione e movimenti civili a registrarsi in un apposito elenco di “agenti stranieri” qualora il 20% dei rispettivi fondi arrivi dall’estero. L’intento pare quello di silenziare quelle voci critiche interne, relegandole in una sorta di blacklist.
Se nel marzo dello scorso anno le proteste nelle piazze del Paese bloccarono l’approvazione della legge, ora però questa sembra essere ormai realtà. A niente sono valse le esternazioni di vicinanza agli oppositori da parte della Presidente della Repubblica, Salome Zourabishvili, nota per le sue posizioni filoeuropee. Quest’ultima ha già dichiarato che si opporrà con il veto, che le consente di rinviare la legge al Parlamento, il quale ha a sua volta la possibilità di accettare o rigettare in toto la richiesta di una modifica. Lo scontro è fra due blocchi contrapposti, portatori di interessi e visioni differenti. Se da una parte abbiamo la Presidente filoccidentale che aspira ad entrare nell’Unione Europea, dall’altra vi è il partito al potere capeggiato da Irak’li K’obakhidze e sostenuto da un’ampia coalizione desiderosa di ricucire i rapporti con la Federazione russa. Il timore delle cancellerie europee, e non solo, è che i disordini provocati dalla definitiva approvazione della legge sulle interferenze straniere deflagrino in uno scontro capace di destabilizzare il Paese e di conseguenza l’intera area del Caucaso.
Il 14 dicembre del 2023, la Georgia ha ottenuto ufficialmente dal Consiglio Europeo lo status di candidato all’Unione Europea. Da quel momento in poi a Tbilisi è stato richiesto un maggior sforzo a livello politico per adeguarsi agli Stati dell’Unione in diversi ambiti, mossa propedeutica all’avvio dei negoziati. L’approvazione della legge sulle interferenze straniere però allontana sensibilmente la Georgia dall’UE e la avvicina alla Russia.
Paolo Lolli
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