Putin dedica una mostra all’eroina peronista e firma accordi commerciali e politici con Buenos Aires
Sarà una mostra, in Russia, dedicata ad Evita Peron il segnale più evidente dei sempre più stretti rapporti tra Mosca e Buenos Aires in conseguenza della visita della presidenta argentina, Cristina Kirchner, al leader del Cremlino, Vladimir Putin. Un incontro destinato a rafforzare i sempre più stretti rapporti industriali e commerciali tra i due Paesi. Ma che è destinato a sfociare in iniziative culturali ed in alleanze politiche. Da un lato l’Argentina, grazie alle sanzioni europee contro Mosca, si ritrova avvantaggiata nelle esportazioni verso la Russia. A partire da quelle nel settore alimentare. I prodotti sudamericani soppianteranno quelli che l’Europa, ed in particolar modo l’Italia, non riesce più a vendere a causa di sanzioni e contro sanzioni. Cibo e bevande, dunque. E quando si perde un mercato, diventa molto più difficile recuperare le posizioni, poiché la domanda si è già indirizzata verso i prodotti in arrivo da nuovi territori.
Ma gli accordi tra i due Paesi riguardano anche altre industrie, a partire da quella del gas e del petrolio. E poi – ricorda il giornale argentino Pagina 12 – i macchinari agricoli, il turismo, il comparto farmaceutico, il settore idroelettrico, il nucleare, la fornitura di aerei ed elicotteri, senza dimenticare le intese in ambito spaziale.
Un accordo a 360 gradi, dunque. E la Russia di Putin ha capito, in questo caso, l’importanza di estendere i progetti all’ambito culturale e politico. Una mostra, in Russia, dedicata ad Evita è forse la dimostrazione più clamorosa di come un Paese ex sovietico possa rendere omaggio ad un personaggio che, storicamente, era su posizioni diametralmente opposte. Una decisione coraggiosa ed intelligente, in grado di provocare malumori nell’Occidente politicamente corretto. Ma anche in grado di creare rapporti di forte amicizia tra i due Paesi. E non va dimenticato – sottolinea Pagina 12 – che i rapporti tra Mosca e Buenos Aires sono iniziati 130 anni or sono.
Alessandro Grandi e Mauro Margoni