Le navi della marina ucraina Gurza-M classe (Project 58155), Berdyansk (P175) e Nikopol (P176) e il rimorchiatore classe Prometey Yany Kapu (A947) hanno lasciato il porto di Odessa, nel Mar Nero il 25 novembre, in rotta verso Mariupol sulle rive settentrionali del Mar d’Azov.
Nello stretto di Kerch, sotto il nuovo ponte costato 3,7 miliardi di dollari, che collega la Russia alla Crimea, dove da una nave cisterna russa blocca il passaggio, il rimorchiatore ucraino è stato speronato dal “Don”(Project 745), rimorchiatore oceanico modernizzato come nave di pattuglia della Guardia Costiera russa.
(Il video dell’incidente è disponibile su internet.)
Un trattato del 2003 definisce il Mare di Azov come acque territoriali condivise, ma dal 2015, anno successivo all’annessione russa della Crimea, Mosca ha affermato un maggiore controllo sul passaggio attraverso lo Stretto di Kerch. Secondo alcune fontile forze navali russe, nell’ultimo anno, sarebbero state ostili alle navi ucraine che operavano all’interno e intorno allo stretto.
Secondo quanto dichiarato dal capo delle forze navali USA in Europa, ammiraglio James Foggo, “nel Mar d’Azov negli ultimi due mesi ci sarebbe stata un’attività irresponsabile da parte dei russi che hanno ritardato il trasporto marittimo, tenendo le imbarcazioni in mare, impedendo loro di entrare in porto e di uscire in mare”. “Ciò sta costando all’Ucraina milioni di dollari ed è una pratica ingiusta”.
Foggoha spiegato che le forze della NATO non potrebbero pattugliare il Mar d’Azov per sostenere l’Ucraina, poiché quelle acque appartengono solo all’Ucraina e alla Russia, ma la NATO e gli Stati Uniti potrebbero garantire la presenza nell’adiacente Mar Nero.
Non è chiaro il motivo della scaramuccia tra le navi russe e quelle ucraine, probabilmente Mosca ha deciso di cambiare approccio verso l’Ucraina, anche se questo tipo di incidente, molto pericoloso, potrebbe degenerare in qualcosa di più serio.
Secondo quanto riportato dalla TASS, il primo ministro russo Dmitry Medvedev ritiene che la provocazione dello Stretto di Kerch sia stata evidentemente intrapresa “per ottenere certe decisioni politicamente vantaggiose per il presidente in carica” e che il presidente ucraino, Poroshenko, non abbia alcuna possibilità di vincere le elezioni presidenziali del prossimo anno.
Il nocciolo del problema, secondo il think tank CarniegeMoscow Center, è lo stallo sulla sovranità della Crimea. Ciò che è cambiato dall’annessione della Crimea è che la Russia ora considera lo Stretto di Kerch come proprie acque territoriali, oltre a rivendicare anche le acque territoriali intorno alla Crimea. Per far fronte a queste sfide, Mosca e Kiev avevano sviluppato protocolli informali che avevano consentito finora il passaggio delle navi militari ucraine sotto il ponte di Kerch. Ma questa volta, i protocolli sembrano essere stati ignorati per ragioni che non sono ancora chiare. Ciò ha portato ad una dimostrazione di forza da parte delle guardie di frontiera russe che hanno bloccato le navi militari ucraine nel transitare in acque che la Russia afferma essere proprie acque territoriali.
Elvio Rotondo
Country Analyst de “Il Nodo di Gordio”