Secondo alcune stime, nel 2018, la spesa militare mondiale sarebbe stata di 1.822 miliardi di dollari, pari al 2,1% del prodotto interno lordo mondiale (PIL). La spesa totale sarebbe cresciuta per il secondo anno consecutivoe avrebbe superato per la prima volta 1,8 trilioni di dollari; superiore del 2,6 per cento a quella del 2017 e del 5,4 per cento del 2009.
Nello Yearbook 2019 di SIPRI(Stockholm International Peace Researce Institute), viene riportato che la crescita della spesa totale nel 2018 è stata in gran parte influenzata dai modelli di spesa nelle Americhe, in Asia e in Oceania, in particolare dai forti aumenti delle spese militari da parte degli Stati Uniti e della Cina. In Europa, la spesa è cresciuta dell’1,4 per cento, principalmente a causa dell’aumento delle spese nell’Europa occidentale.
La spesa militare è diminuita in Africa dell’8,4%. SIPRI non può fornire una stima della spesa totale in Medio Oriente, ma la spesa militare combinata degli 11 paesi mediorientali sarebbe diminuita dell’1,9 per cento.
La spesa militare in percentuale del PIL – è scesa tra il 2017 e il 2018 in tutte le regioni tranne l’Europa, dove c’è stata una spinta da parte degli Stati membri della NATO per raggiungere il livello di spesa previsto dalle linee guida del 2,0 per cento del PIL, entro il 2024. Alcuni paesi dell’Europa centrale e orientale hanno aumentato notevolmente le loro spese militari nel 2018. La spesa della Polonia è aumentata dell’8,9% nel 2018 pari a 11,6 miliardi di dollari, mentre le spese dell’Ucraina sono aumentate del 21% pari a 4,8 miliardi di dollari. Anche le spese di Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania sono cresciute (dal 18 al 24%) nel 2018.
In media, gli Stati delle Americhe avevano il più basso onere militare nel 2018, dell’1,4 per cento del PIL; questa percentuale sale in media all’1,6 per cento in Europa, all’1,7 per cento in Africa, in Asia e in Oceania e al 4,4 per cento nei paesi del Medio Oriente.
Nel 2018, i cinque Paesi con la maggiore spesa militare sono Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, India e Francia che insieme coprono il 60% della spesa militare globale.
Gli Stati Uniti hanno aumentato le proprie spese militari per la prima volta in sette anni, raggiungendo i 649 miliardi di dollari nel 2018. La spesa degli Stati Uniti ha rappresentato il 36% delle spese militari mondiali ed è stata 2,6 volte superiore a quella della Cina. Sempre secondo SIPRI, l’aumento della spesa militare statunitense può essere attribuito a due fattori: un aumento del 2,4% degli stipendi del personale militare; e l’implementazione di grandi e costosi programmi di acquisizione di armi convenzionali e nucleari.
La Cina avrebbe stanziato 250 miliardi di dollari per le sue forze armate nel 2018. Ciò rappresenta un aumento del 5,0% rispetto al 2017 e un aumento dell’83% dal 2009. Questo è stato il 24° anno consecutivo di aumento della spesa militare cinese, di quasi 10 volte superiore a quella del 1994 rappresentando il 14% della spesa militare mondiale. (Nel 2017 la Cina aveva stanziato circa 228 miliardi di dollari per le forze armate, con un aumento del 5,6 per cento rispetto al 2016).La spesa militare cinese è approssimativamente legata alla crescita economica del paese, che nel 2018 è rallentata toccando il livello più basso in 28 anni. Pertanto, nei prossimi anni si prevede una crescita della spesa militare più lenta.
L’Arabia Saudita ha speso l’8,8 per cento del PIL nel 2018. L’India con 66,5 miliardi di dollari e la Francia con 63,8 miliardi di dollari sono stati il quarto e il quinto paese a spendere di più al mondo nel 2018.
La spesa militare della Russia (61,4 miliardi di dollari nel 2018) è diminuita del 22% rispetto al 2016, ponendosi alla sesta posizione, al di fuori dei primi cinque per la prima volta dal 2006. I tre maggiori aumenti relativi per le spese militari tra il 2017 e il 2018 sono stati attribuiti al Burkina Faso (52%), alla Giamaica (40%) e all’Armenia (33%), mentre le tre maggiori diminuzioni sono state del Sud Sudan (50%), Sudan (49 per cento) e il Benin (28%).
Per quanto riguarda l’Italia, con una spesa pari al 1,15% del PIL si piazza all’11^ posizione, ma resta ancora lontana dall’obiettivo del 2% indicato dalla NATO, nel 2014.
Elvio Rotondo
Country Analyst del think tank “Il Nodo di Gordio”