By Stephen Bryen and Michael Ledeen
Anticipiamo un breve abstract dell’intervento firmato dal Senior fellow del “Nodo di Gordio” Stephen D. Bryen e da Michael Ledeen, pubblicato il 24.03.2020 sul quotidiano americano “The Epoch Times”.
L’articolo completo sarà disponibile nel numero in uscita ad aprile della rivista quadrimestrale “Il Nodo di Gordio” dal titolo “Colonne d’Ercole”.
Gli Stati Uniti hanno vinto la Guerra Fredda perché, nonostante un numero inferiore di armi, i suoi aerei, navi, sottomarini e forze di terra avevano equipaggiamenti di gran lunga migliori. Avevano attrezzature di gran lunga migliori in quanto il Pentagono aveva sfruttato il grande cambiamento industriale che c’era nel mondo commerciale.
Questo grande cambiamento fu dovuto alla microelettronica. Intorno al 1981 i russi erano due o tre anni indietro rispetto agli Stati Uniti nell’uso della microelettronica sui sistemi delle loro armi. Nel 1986 il divario tra le apparecchiature militari sovietiche e americane, basate sull’elettronica, era cresciuto molto e, con un sistema di controllo delle esportazioni guidato dagli Stati Uniti e ampiamente efficace, non c’era alcuna possibilità che i russi potessero ottenere né l’elettronica né i computer di cui avevano bisogno i loro militari.
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La rivoluzione nelle questioni militari, qualcosa che i russi avevano predetto prima che ci pensassimo, si materializzò con la Guerra Fredda negli Stati Uniti. Era alimentata dalla microelettronica: circuiti integrati, microprocessori, piccoli computer che potevano essere tutti inglobati in armi rendendole più intelligenti e letali e con un enorme effetto moltiplicatore di forza. Ora un aereo da caccia degli Stati Uniti valeva 20 aerei russi; un carro armato valeva 30 carri russi; un sottomarino poteva trovare, tracciare/monitorare e distruggere i migliori sottomarini russi.
È così che i russi furono sconfitti nel tentativo di soverchiare l’America.
Restrizioni revocate
Nonostante che ad oggi tutti i potenziali rivali siano stati superati, rimaniamo comunque nei guai.
C’è più di una buona possibilità di perdere la battaglia con la Cina.
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Molte tecnologie importanti sono emigrate dagli Stati Uniti: tutto, dai motori a reazione e il know-how aerospaziale, alla nanotecnologia, ai computer avanzati, all’intelligenza artificiale, ai sensori e rivestimenti, alle macchine di automazione e molto altro ancora. Ciò che non è svanito, o è stato controllato dalle società che commerciano apparentemente proprietà intellettuali preziose per l’accesso al mercato, o è passato attraverso sotterfugi, spionaggio e furti informatici elettronici.
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Perdita evidente
Ci sono aree che stiamo chiaramente perdendo. Una delle aree più critiche è l’informatica quantistica e la crittografia quantistica. Se la tendenza in questo settore continua, la Cina sarà in grado di leggere tutto ciò che abbiamo cercato di proteggere con la crittografia e, inversamente, la nostra NSA sarà legata, perché i super computer della NSA non saranno in grado di violare i codici cinesi. Una nuova generazione di telefoni cellulari e dispositivi Internet of Things sarà accessibile in Cina ma non negli Stati Uniti. In un mondo in cui il cyber è la nuova terza dimensione della sicurezza nazionale, questo è un disastro incombente. A peggiorare le cose, il Pentagono vuole allinearsi maggiormente con la Silicon Valley.
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Se ci sarà una prossima guerra, la potremmo benissimo perdere.
© “The Epoch Times” – “Il Nodo di Gordio”, Marzo 2020
Traduzione a cura di Elvio Rotondo
CENNI BIOGRAFICI AUTORI
Stephen Bryen è considerato un leader nella politica di sicurezza tecnologica, due volte insignito del più alto onore civile del Dipartimento della Difesa, la Distinguished Public Service Medal.Il suo libro più recente è “Technology Security and National Power: Winners and Losers.”
Michael Ledeen è studioso per la libertà alla Fondazione per la difesa delle democrazie. È stato consulente del Consiglio di sicurezza nazionale e dei dipartimenti di Stato e di difesa e consigliere speciale del Segretario di Stato. È autore di 35 libri, di recente “Field of Fight: How to Win the War Against Radical Islam and its Allies”, co-autore con il Ten. Gen. in congedo Michael T. Flynn.
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