Con la crescita dell’economia cinese, il coinvolgimento negli affari globali e l’assertività nel Pacifico occidentale, l’esercito cinese (PLA) viene riformato per renderlo competitivo nell’affrontare le altre potenze regionali. Nel complesso, la forza è stata ridotta in dimensione ma resa più integrata, multifunzionale, flessibile, più efficace dal punto di vista tecnologico e con equipaggiamenti adatti a combattimenti ad alta intensità. La marina è il principale obiettivo dello sforzo di modernizzazione cinese, principalmente dovuto alla lunghezza delle coste (18.000 km), alla dipendenza dal commercio marittimo, alle dispute sulle varie isole e alle relazioni incerte con Taiwan.
Un elemento di novità importante sarà rappresentato dall’utilizzo della propulsione nucleare per i propri mezzi navali. Nel 2012, la Cina ha commissionato la sua prima portaerei Liaoning, un’ex nave sovietica ristrutturata acquistata dall’Ucraina. La sua seconda portaerei e la prima di produzione nazionale, nota come Type 001A, è stata varata nell’aprile dello scorso anno.
Recentemente, la China National Nuclear Corporation ha indetto una gara d’appalto per la costruzione della sua prima nave rompighiaccio a propulsione nucleare, e secondo alcuni osservatori militari sarebbe il primo passo verso la costruzione di una portaerei a propulsione nucleare.
Secondo Song Zhongping, esperto militare e commentatore televisivo, l’unità di energia nucleare della nave è enorme e può essere applicata a una portaerei una volta opportunamente aggiornata.
La tecnologia nucleare sarà applicata anche ad altre navi militari, ciò consentirà loro di percorrere lunghe distanze, proteggendo così la sicurezza nazionale e gli interessi oltreoceano, ha detto Song.
La Cina attribuisce maggiore importanza alle regioni polari, poiché il ghiaccio nell’Artico si sta sciogliendo, e molti paesi stanno attivamente aprendo nuove vie d’acqua ed esplorando le risorse dei fondali marini.
Nel mese di febbraio, la China Shipbuilding Industry Corporation (CSIC) aveva affermato che intende “accelerare il processo di realizzazione di innovazioni tecnologiche per le portaerei a propulsione nucleare, sottomarini nucleari di nuova generazione, sottomarini silenziosi, sistemi di confronto intelligente senza equipaggio marittimo, sistemi offensivi e difensivi tridimensionali e sistemi informativi elettronici completi di guerra navale.” La dichiarazione ha suscitato discussioni accese poiché questa sarebbe la prima volta che una compagnia di difesa cinese di proprietà statale menziona apertamente le portaerei a propulsione nucleare.
Inoltre, secondo quanto afferma Giampaolo Sordini, in un articolo apparso su 38esimoparallelo.com, la Cina ha valutato che una forza anfibia moderna, capace e di dimensioni sufficienti, sia una componente necessaria alla sua strategia marittima complessiva. E’ altrettanto significativo che questa forza abbia raddoppiato le sue dimensioni nel corso degli ultimi cinque anni e sia stata equipaggiata con nuove armi ad alta tecnologia.
La Cina non è l’unico paese nel Far-East asiatico ad ampliare e modernizzare la marina. Da parte sudcoreana si intravedono movimenti in questo senso dovuti soprattutto alla rapida crescita economica del paese che è in gran parte basata sul commercio marittimo e una flotta d’alto mare è considerata necessaria per proteggere il commercio. La Corea del Sudè geograficamente una penisola, ma geopoliticamente un’isola, priva di un accesso all’Asia a causa della Corea del Nord. Pertanto, eventuali atti ostili, verso qualsiasi linea di comunicazione marittima nei confronti delle sue navi, danneggerebbero gli interessi nazionali sudcoreani.
Il 14 maggio scorso, la seconda portaelicotteri della Corea del Sud (LPH), è stata varata dal cantiere di Hanjin Heavy Industries & Construction a Yeoungdo, Busan. La seconda LPH (landing platform helicopter) della Marina sudcoreana è stata denominata “Marado” con il codice LPH-6112.
La flotta sudcoreana è rappresentata da modernissime unità portaelicotteri e da assalto anfibio, come la Dokdo da 19.000 tonnellate che con la Marado, che dovrebbe entrare in servizio nel 2022, doteranno Seoul di una coppia di navi paragonabili per capacità operativa all’italiana Cavour.
La nave Marado è stata finalmente varata dopo un processo di costruzione durato 11 anni. Secondo il sito del Ministero della difesa sudcoreano, questa nave da 14.500 tonnellate, è lunga 199 metri, larga 31 metri e può viaggiare a una velocità massima di 23 nodi (42 km all’ora) con circa 300 membri dell’equipaggio a bordo, è in grado di trasportare oltre 700 forze da sbarco con equipaggiamento completo, sette elicotteri e due imbarcazioni anfibie ad alta velocità. Può svolgere, a seconda della missione, compiti da flotta o da nave ammiraglia per le forze di sbarco.
Secondo la Marina, la missione principale della Marado è quella di trasportare forze militari e dispositivi di combattimento per operazioni di sbarco, ma può svolgere un ruolo importante anche nelle operazioni diverse dal combattimento, comprese le operazioni di soccorso dopo disastri su vasta scala, evacuazione di residenti all’estero in situazioni di emergenza e cooperazione multilaterale di sicurezza.
La portaelicotteri Marado è equipaggiata con sistema radar avanzato e missili guidati anti-nave prodotti dalla Corea del Sud. Ha anche un sistema d’arma Phalanx da 20 mm, mentre sulla Dokdo è installato un Goalkeeper da 30 mm e questo la distingue dalla Dokdo, l’altra nave della stessa classe. La nave Marado ha anche una maggiore capacità di rilevamento, con un radar fisso di difesa aerea in grado di eseguire un range completo di rilevamento, in ogni momento.
Secondo la Defense Acquisition Program Administration (DAPA) la Marado, al termine di tutti i test necessari, dovrebbe essere consegnata alla marina sudcoreana nel 2020, mentre la messa in servizio della nave nel ROKN è prevista per il 2022.
Secondo quanto riferito dalla Marinasudcoreana “la portaelicotteri rispecchia lo sviluppo della tecnologia militare sudcoreana che per la maggior parte degli equipaggiamenti darà la possibilità di ridurre i costi di manutenzione”. Inoltre, la portaelicotteri Marado può ospitare aerei con decollo e atterraggio verticali, come la classe Osprey, grazie al ponte di elicotteri rinforzato.
Uno degli aggiornamenti della nuova nave potrebbe essere la costruzione di una ski ramp sul suo ponte di volo per consentire il decollo e atterraggio verticale (STOVL) dei caccia stealth Lockheed Martin F-35B Lightning II. Solo i marines degli Stati Uniti attualmente gestiscono questa variante dell’F-35.
L’Aeronautica della Repubblica di Corea (ROKAF) nel 2014 ha ordinato 40 jet stealth F-35A, la variante Conventional Take Off and Landing (CTOL). Le consegne iniziali di questi jet a ROKAF inizieranno nel 2018 e si concluderanno nel 2021. Le nuove navi d’assalto della classe Dokdo rafforzano ulteriormente la proiezione di potenza della Marina della Repubblica di Corea (ROKN).
Anche il Giapponesi è mosso in questo senso modernizzando la sua flotta come risposta a una presenza navale cinese nella regione in via di modernizzazione e sempre più minacciosa. Come riportato in un articolo di Analisi Difesa, la Maritime Self Defense Force ha una forza di 154 unità navali, 346 aeromobili e oltre 50.000 uomini e donne e rappresenta una componente importantissima della struttura difensiva giapponese. Negli ultimi cinquant’anni, il Giapponeha mantenuto la Forza di autodifesa marittima molto funzionale. L’accordo di sicurezza aggiornato tra Giappone e Stati Uniti, nato sotto l’amministrazione Obama, impone al Giappone di essere un partner dello stesso livello con gli Stati Uniti nella creazione di una valida capacità offensiva e difensiva navale, aerea e anti-balistica (ABM) per provvedere alla difesa del Giappone e alla strategia navale globale degli Stati Uniti nel Pacifico.
Inoltre, il Giappone si trova al centro di una contesa territoriale con la Cina per quanto riguarda le isole Senkaku che Pechino rivendica come suo territorio.
Il 27 marzo scorso il ministro della difesa giapponese, Itsunori Onodera, durante la conferenza stampa ha reso noto che sono stati creati il Ground Component Command e la Brigata anfibia di intervento rapido (ARDB) con il compito di difendere le isole remote del Giappone. Il GSDF (Ground Self-Defense Force) effettuerà una riorganizzazione su vasta scala delle forze armate basata sulle attuali linee guida del Programma di difesa nazionale e sul programma di difesa a medio termine, in conformità con l’ambiente di sicurezza attorno al Giappone. Onodera ha riferito che il Comando della Componente Terrestre e la Brigata anfibia di intervento rapido sono i simboli di questa riorganizzazione. Si tratta della riforma strutturale più significativa delle forze armate giapponesi dalla loro formazione, nel 1954.
La Brigata anfibia d’intervento rapido sarà formata, inizialmente, da una forza di circa 2.100 persone. Nel caso di invasione di un’isola giapponese, il suo compito sarà di sbarcare sull’isola riprenderla e metterla in sicurezza. La brigata condurrà un addestramento specifico, verranno introdotti nuovi equipaggiamenti, incluso il veicolo anfibio AAV7 e il velivolo V-22 Osprey, al fine di rafforzare ulteriormente le operazioni anfibie.
La brigata anfibia di intervento rapido (ARDB) – la versione giapponese del Corpo dei Marines degli Stati Uniti – sarebbe stata creata anche per rispondere all’assertività marittima cinese. L’ARDB sarà sotto il nuovo Ground Component Command e avrà sede nella base di Ainoura della SDF (forze di autodifesa) a Sasebo, nella prefettura di Nagasaki. La base è nota per concentrarsi sulle isole della parte sud occidentale del Giappone, tra cui le isole Senkaku. Secondo il governo, la creazione di un’unità anfibia rafforza la prontezza di intervento, oltre al fatto che il Giappone sarà in grado di potenziare la sua deterrenza contro potenziali attacchi nemici.
Elvio Rotondo
Country Analyst