Anno V – Numero 11 – Maggio/Agosto 2016
L’editoriale del direttore responsabile Daniele Lazzeri, “Tra Soft e Hard Power: Alla ricerca di un Ruolo Guida per l’Italia” di Soft Power Hard Power. Nuovi Scenari lungo la Via della Seta:
Pensare ad una nuova era di pace e prosperità per il XXI secolo inizia a diventare un’opera ardua anche per gli inguaribili ottimisti. La “Revenge of Geography” – quella rivincita della geopolitica richiamata dal politologo americano Robert Kaplan e di cui ci siamo ampiamente occupati nelle recenti pubblicazioni del think tank “Il Nodo di Gordio” – sta letteralmente mettendo a soqquadro le certezze consolidate sin dai tempi della Guerra Fredda. Cambiano gli attori, i rapporti di forza e le alleanze. Ma, soprattutto, irrompono nelle vicende della post-modernità nuove e inquietanti criticità. Il dilagare del terrorismo islamico a livello planetario, le ondate migratorie, il caos della finanza globale ma anche l’accelerazione degli sviluppi tecnologici, la creazione di nuove relazioni commerciali, i rischi legati al “Global warming” così come le nuove frontiere delle fonti energetiche, la rinascita di antiche e mai sopite contese etniche e territoriali, sono tutte preoccupanti situazioni che mettono in allarme le popolazioni inermi di fronte alle crescenti minacce e all’aumento delle complessità. Di pari passo, si ha l’impressione che i decision maker in campo politico, economico e militare stiano incontrando numerose difficoltà nello sbrogliare questa matassa che, col passare del tempo, si aggroviglia sempre di più.
Consci che il compito di un think tank è quello di approfondire in modo interdisciplinare le situazioni geopolitiche ed economiche attuali e di elaborare ipotesi sugli scenari di evoluzione futura, avviamo con questo volume de “Il Nodo di Gordio” il secondo progetto realizzato con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. Dopo “Il Sogno di Marco Polo” che ha illustrato le possibili e prossime rotte della diplomazia italiana e le nuove reti che si stanno innervando lungo il continente eurasiatico, attraverso i lavori del progetto “Soft power ed Hard power” cercheremo di evidenziare la potenziale centralità della politica estera italiana coprendo un vasto raggio d’azione. Dalle formidabili occasioni che ci vengono offerte dalla “Via della Seta 2.0” alla necessità di ritrovare un ruolo di guida per quel continente liquido che è il Mediterraneo. Dall’urgenza di riscoprire il peso dell’Italia all’interno della “Casa Comune Europea”, dopo i mutati equilibri che inevitabilmente si sono creati a seguito della Brexit, alla ricerca di una nuova armonia nei rapporti transatlantici, in quelli con la Russia di Vladimir Putin, ancora sottoposta alle sanzioni economiche ed all’interno dell’Alleanza atlantica che trova sempre più voci critiche sulla sua utilità nel Terzo millennio. Ma c’è anche una complicatissima crisi mediorientale e nordafricana da gestire con cautela ma anche con fermezza, evitando di ripercorre gli errori del passato. Come non può non destare preoccupazione il destino dei rapporti con la Turchia dopo il fallito golpe. Un Paese di fondamentale importanza per gli equilibri geopolitici, ancora in cerca di una strada per la normalizzazione che, tuttavia, sembra ancora lontana dall’essere raggiunta dopo il duro regolamento di conti interno messo in atto dal Presidente Erdogan. Tutte queste sfide possono rappresentare una preziosa occasione per ridare un ruolo centrale all’Italia in Europa e nel mondo. Un ruolo che però va meritato, muovendo i giusti passi con cautela ma anche con coraggio.