La provincia afghana di Helmand si trova a sud del paese ed è il territorio con la maggiore produzione di oppio al mondo, circa il 42% della produzione totale mondiale.
Negli ultimi giorni è stata teatro di aspri combattimenti tra le forze di sicurezza e i talebani, e secondo quanto riportano organi di stampa afghani i combattimenti sarebbero ancora in corso. Funzionari afghani hanno espresso preoccupazione per quello che hanno descritto come “l’avanzata rapida dei talebani” nella provincia di Helmand e hanno avvertito che diverse aree nella provincia meridionale potrebbero cadere sotto il controllo del gruppo militante.
In una lettera aperta al Presidente Ashraf Ghani, il vice governatore Mohammad Jan Rasoulyar della provincia di Helmand ha implorato per urgenti rinforzi e assistenza da Kabul. Il 19 dicembre, Rasoolyar ha riferito che pesanti combattimenti erano in corso in diversi settori, tra cui il distretto di Sangin, sul punto di cadere in mano ai talebani. Secondo quanto riportato dalla Reuters 90 soldati sarebbero stati uccisi durante gli scontri negli ultimi due giorni.
Alcuni funzionari avrebbero espresso il timore che si possa ripetere la stessa situazione di Kunduz, quando, alla fine del mese di settembre, cadde nelle mani dei talebani. Al momento, solo 4 distretti della provincia di Helmand sarebbero sotto il controllo governativo mentre circa il 70 % della provincia sarebbe sotto l’influenza dei talebani.
Secondo il vice governatore, i talebani, ora controllano l’autostrada che collega Marjah al capoluogo di provincia, Lashkar Gah, mentre le forze internazionali non starebbero assistendo le truppe del governo afghano ma solo osservando la situazione. Abdul Hai Akhunzada, parlamentare di Helmand, ha sostenuto le preoccupazioni del vice governatore, dicendo che intensi combattimenti sono in corso proprio in cinque distretti di Helmand, con i talebani che avanzano rapidamente e, che la situazione relativa alla sicurezza è grave in tutta la provincia. Seri combattimenti si starebbero svolgendo a Sangin, Washir, Nahri Saraj, Khanashin e nei distretti di Marjah e le truppe governative, che si stanno battendo da diversi mesi, sono oramai allo stremo, e ha chiesto al governo di Kabul di inviare “forze fresche”.
A Kabul, la storia sembra un’altra, il portavoce del Ministero della Difesa, Dawlat Waziri, ha confermato i combattimenti in corso nella provincia di Helmand, ma ha riferito che i talebani hanno subito pesanti perdite e che negli scontri sono stati uccisi più di 150 combattenti talebani mentre le perdite tra le file governative sono 11 soldati nelle ultime 24 ore. “Il morale è alto tra le truppe governative”.
La violenza è fortemente aumentata in Afghanistan da quando la coalizione militare guidata dagli Stati Uniti ha formalmente concluso la sua missione di combattimento lo scorso anno. La coalizione ha lasciato un contingente di circa 12.000 truppe NATO per addestrare e assistere le forze afghane che combattono l’insurrezione guidata dai talebani. I talebani hanno avuto da sempre una forte presenza nella provincia di Helmand, e soprattutto il controllo sulla produzione di oppio che contribuisce a finanziare l’insurrezione.
Altri fattori che sicuramente influiscono negativamente sulla condotta delle operazioni delle forze di polizia e dell’esercito sono le diserzioni e la mancanza di rifornimenti. Il New York Times ha riferito, la scorsa settimana, che le forze speciali avrebbero preso parte a combattimenti nella provincia di Helmand il che ha sottolineato la gravità della situazione in cui versano le forze governative.
Un rapporto del Pentagono al Congresso, la scorsa settimana, ha evidenziato gravi carenze tra le forze di sicurezza afghane, nonostante i miliardi di dollari stanziati per aiuti e formazione. La situazione della sicurezza in Afghanistan si è deteriorata durante la stagione dei combattimenti di quest’anno, con un aumento degli attacchi dei talebani e un numero elevato di vittime tra le forze afgane con un incremento del 25%. Il rapporto riferisce anche di una crescente minaccia dell’ISIS nel paese.
Elvio Rotondo
Country Analyst