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In questo scenario, la Valle d’Aosta ha avuto anche sfortuna. Era stata infatti prescelta da un gruppo russo per ospitare un grande progetto culturale e diventare un polo formativo europeo. Poi, però, la guerra in Ucraina e le sanzioni europee ed italiane contro Mosca hanno frenato il progetto. «Ma le opportunità a livello internazionale – assicura Daniele Lazzeri, presidente del Centro studi Nodo di Gordio – non mancano. Perché la Valle può contare su un’Università che potrebbe diventare il crocevia delle iniziative culturali e formative di una vasta area, a partire da realtà culturalmente vicine come la Catalogna, le regioni occitane, la Savoia, alcuni cantoni svizzeri, sino alla Bretagna, al Belgio» […]
L’articolo completo di Augusto Grandi su IlSole24Ore —> Industria e turismo si risollevano solo con estero e fascia alta