L’Europa a trazione berlinese ha deciso: le nuove sanzioni contro la Russia devono essere applicate, e subito. Per far contenta la Polonia, per far contenti gli Stati Uniti. Conseguenze: la Russia sarà spinta sempre di più nelle braccia di Pechino. Magari legata mani e piedi, ma sempre più dipendente dalla Cina. Ora si colpiscono le grandi compagnie del gas e del petrolio, riducendo la capacità di approvvigionarsi di capitali e di tecnologie avanzate. Per i capitali non ci sono problemi: Pechino abbonda. Più pesante, per Mosca, il tema delle tecnologie avanzate. La Russia è in declino demografico ed anche tecnologico. Il progetto di creare corsi universitari in Europa Occidentale è fermo per l’ottusità dei vertici del Paese. Ma se Mosca pagherà, l’Europa occidentale pagherà anche di più. Mosca ha promesso che risponderà con misure altrettanto dure. Vietando, ad esempio, il sorvolo di aerei europei sul territorio russo. Immenso territorio ed immensi costi che dovranno affrontare le compagnie aeree. Con ricadute sui costi e sui prezzi delle merci.
Ma una Russia in difficoltà, al di là dei prodotti sottoposti a sanzioni, non potrà neppure importare gli altri prodotti europei. Le auto europee, in crisi sui mercati dell’Ovest, non troveranno sbocchi neppure ad Est. A prescindere dall’elenco dei prodotti sanzionati. Ed i turisti russi, che hanno salvato le stagioni estive ed invernali di molti operatori italiani? Sicuri che continueranno a portar soldi ai Paesi che colpiscono gli interessi russi? Gli acquisti in via Montenapoleone si ridurranno? Ma il dubbio che comincia ad affacciarsi è un altro: arriverà tutto il gas necessario per il riscaldamento e per far funzionare le industrie?
Alessandro Grandi
© RIPRODUZIONE RISERVATA