Obama sta per siglare un accordo sul nucleare con Teheran. Secondo Michael Ledeen, però, è un gravissimo errore. L’espansione iraniana in Medio Oriente. La successione a Khamenei
Grandi manovre diplomatiche sull’asse Washington/Teheran. Manovre che hanno al centro due istanze fondamentali: la collaborazione – nessuno, almeno ufficialmente, vuole utilizzare il più impegnativo termine “alleanza” – nel contrastare l’avanzata dello Stato Islamico del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi in Iraq e un po’ in tutto il Medio Oriente; e l’ormai annosa questione del “nucleare iraniano” che da tempo costringe la Repubblica degli ayatollah in un angolo, considerata alla stregua di “Stato canaglia” – per dirla con George W.
Bush – e vede gli States principali promotori delle sanzioni contro Teheran. Ora, però, proprio la comune preoccupazione per l’avanzata nel mondo arabo dei jihadisti dell’IS sembra aver aperto nuove prospettive ad una trattativa da tempo stagnante, con il Segretario di Stato J.F. Kerry che intrattiene sempre più intensi rapporti con il suo omologo iraniano Mohammad Javad Zarif. Tanto che un accordo sembra ormai in dirittura d’arrivo già nei prossimi giorni. Un accordo che comporterebbe la normalizzazione delle relazioni diplomatiche; e sulla volontà di Obama di giungere a questo non sembrano esserci dubbi, tant’è vero che lo stesso Presidente ha pubblicamente rivolto a Teheran i suoi migliori auguri per la festa di Nowruz, il Capodanno iranico che ricorre il 20 Marzo. Non accadeva dai tempi della Rivoluzione Verde di Khomeini. Insomma una svolta storica che, ovviamente, fa molto discutere, soprattutto negli States. Noi ne abbiamo parlato, in una recente intervista (integralmente visionabile su www.NododiGordio.org) con Michael Ledeen, già stretto collaboratore di Reagan e George Bush senior e considerato uno dei massimi esperti americani della “questione iraniana”.
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L’articolo completo di Andrea Marcigliano, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” su IlGiornale.it —> Nucleare iraniano: trattative, illusioni e realtà