Mario Molinari. Un nome la cui fama del suo prodotto lo precede.
Lo incontriamo al termine del suo contributo nella bella cornice dell’altopiano di Piné, nel tradizionale workshop annuale del think tank “Il Nodo di Gordio” e del “Centro studi Vox Populi”, quest’anno dedicato ai temi della sostenibilità e della transizione green.
Nessuno, nemmeno fra i meno avvezzi all’alcol come me, può non ricordare quell’inconfondibile profumo, irresistibile, della Sambuca.
E proprio dalle essenze e da quel piccolo laboratorio di profumi aperto da Angelo Molinari nel 1922, nasce l’idea di Civitavecchia, nel 1945, che racconta, con perseveranza, amore e dedizione per il territorio, quella tipica storia italiana di rinascita del secondo dopoguerra.
Ai figli di Angelo, Mafalda e Marcello – con compiti amministrativi l’una e di produzione l’altro, si aggrega poco più avanti il padre di Mario, fratello di Angelo, abbracciando la sfida di uno sviluppo internazionale nel nord Europa e, successivamente dell’Italia, con una campagna pubblicitaria che, con i suoi claim, ha segnato la mente di tutti noi.
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