“Una tragedia immane. Un vile attentato”. Commenta così Daniele Lazzeri – presidente del think tank “Il Nodo di Gordio”, un centro studi internazionale di geopolitica, economia e politica estera – l’attacco che ha portato alla morte Darya Dugina. “L’assassinio della figlia del filosofo russo Aleksandr Dugin, mi ha molto colpito. E non solo per aver avuto modo di conoscere in più occasioni il professor Dugin, ma per la brutale modalità di esecuzione. Troppi sono ancora, infatti, i dubbi e le incertezze sulle dinamiche dell’attentato. Ho letto in queste ore le tesi più disparate: dalla ritorsione dell’intelligence ucraina per le sue posizioni espresse negli ultimi anni, al regolamento di conti interno all’establishment di Mosca perché i Dugin iniziavano ad essere dei personaggi scomodi, fino alla vendetta religiosa per la loro appartenenza fideistica ai Vecchi Credenti, ortodossi tra gli ortodossi. Per quanto mi è dato di comprendere, non tralascerei l’ipotesi della pista dei servizi segreti occidentali viste anche le modalità utilizzate nell’attentato che mal si sposano con la lunga tradizione degli assassini politici dall’Unione Sovietica in poi”.
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