Poche professioni, o forse nessuna, non hanno subito una trasformazione negli ultimi decenni in ragione della vertiginosa evoluzione della tecnologia. A questi cambiamenti non è stato immune il settore dell’intelligence che, comunque, resta, nella sua essenza funzionale, ancorato a taluni immutabili paradigmi, anche al mutare degli strumenti, delle metodologie, delle condotte. Altre evoluzioni si profilano poi all’orizzonte, come del resto in altri settori della security e del warfare. L’intelligence non resterà immune all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come alle nuove tecniche di processamento dei big data.
Il progresso tecnologico ha reso possibile l’adozione di nuovi strumenti di contrasto inimmaginabili anche solo pochi anni or sono. Basti pensare al sistema di riconoscimento facciale in tempo reale in luoghi particolarmente affollati o in zone che presentano un alto tasso di criminalità messo in uso dalla polizia metropolitana di Londra a partire da febbraio 2020. Il sistema consente di confrontare migliaia e migliaia di immagini con quelle conservate in un data-base di volti di persone ricercate. Se il confronto dovesse dare esito positivo, gli agenti di polizia procedono subito al fermo della “faccia” sospetta.
Le nuove insidie dell’intelligence
Resterà invariata, però, la missione dell’intelligence: individuare possibili minacce, prevenirne o seguirne lo sviluppo, analizzarne l’evoluzione, capirne punti forti e punti deboli, definire scenari, fornire ai decisori elementi informativi utili ad individuare scelte appropriate.
Continua a leggere l’articolo di Francesco Lombardi, Senior Fellow del think tank “Il Nodo di Gordio” su Insideover: https://it.insideover.com/societa/la-nuova-era-dellintelligence.html
L’articolo è apparso anche sulla rassegna stampa dello Stato Maggiore della Difesa del 24 marzo 2021.