Alto, sorridente e calmo, il forte schiacciatore bulgaro della squadra di pallavolo dell’ITAS Trentino, Matey Kaziyski, ha parlato questa mattina al teatro di Pergine di sicurezza sul lavoro e – molto bene – è stato subito credibile. Kaziyski è il testimonial della prossima, futura, edizione del Festival nazionale della sicurezza sul lavoro, che tornerà a Pergine, là dove nel 2010 era nato la prima volta. Non ci sono date e programmai per l’evento, tutto da costruire, ma è stata affermata una ferma volontà di realizzarlo, condivisa dal comune con associazioni ed enti.
Ieri mattina dunque, nel Foyer del Teatro di Pergine, vari enti (in primis il comune, con l’assessore alla Cultura Morgan Betti), e diverse personalità hanno confermato questa volontà di riportare a Pergine il festival.
Kaziyski, che non ha nascosto una certa emozione, ha fornito subito un esempio eclatante del problema: la sicurezza sul lavoro non è alla base del lavoro stesso, in Italia, al punto che in un settore dai fortissimi interessi economici e sociali, come lo sport professionistico, le tutele non sono adeguate. «Lo sport viene trattato in modo diverso dal resto delle attività economiche, quando si parla di sicurezza. Invece va incluso» ha spiegato. Il pallavolista dell’ITAS ha ricordato poi la richiesta, di recente sollevata dal segretario nazionale dell’Associazione italiana pallavolistica, di dare forma giuridica alle tutele per la sicurezza delle giocatrici e dei giocatori, migliorando anche strutture e attrezzature. «Siamo ancora lontani dai riferimenti nord-europei e americani» ha chiosato. Lo sport specchio del paese, dunque, e anche capace (si spera) di ispirare.
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