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I problemi, tuttavia, non mancano. Li ha ricordati Prodi, evidenziando l’incapacità europea di comprendere che la riscoperta della Via della Seta – con l’ambizioso progetto della ferrovia ad alta velocità da Pechino al cuore dell’Europa – non rappresentarà soltanto un collegamento per le merci, ma servirà anche per creare una sorta di polo geopolitico in grado di coinvolgere Paesi come il Kazakstan e l’Uzbekistan, oltre alla Russia. L’Europa pare assente e l’Italia riesce ad essere assente anche dagli aspetti di collegamenti digitali con questo mondo. Anche se un progetto del Ministero degli Esteri (“Il sogno di Marco Polo”) va proprio in questa direzione, puntando sulle reti che sono fondamentali per la cooperazione e per approfittare dei progetti di crescita e sviluppo delle province interne cinese grazie alla Via della Seta.
Continua la lettura dell’articolo di Augusto Grandi su Il Sole 24 Ore —> Il Piemonte coinvolto nel Piano quinquennale cinese