Nelle prime giornate successive al voto che ha portato la Gran Bretagna fuori della Unione europea, l’attenzione si è concentrata essenzialmente sulle possibili ricadute economiche, anche per l’inevitabile e prevedibile tempesta speculativa che ha messo in affanno le Borse di tutto il mondo.
Poco o nulla, invece, si è discusso degli effetti geopolitici della Brexit, che, pure, rischiano di rivelarsi, nel tempo, ben più pesanti di quelli meramente economici. Infatti Londra fuori dall’Unione europea implica un ridisegno degli equilibri strategici internazionali la cui portata potrà venire pienamente apprezzata solo con il tempo. In primo luogo perché, ovviamente, nella pericolante Unione del Vecchio Continente verrà a mancare un importante contrappeso all’egemonia di Berlino, che si trova ormai praticamente sola a dover guidare non solo la cosiddetta “area Euro”, ma tutto il difficile tessuto di Paesi associati che le fa da corona. Una rete cui Berlino – la cui strategia si è rivelata, ad oggi, meramente economica e monetaristica – ben difficilmente riuscirà a dare una politica comune, anche per la cronica carenza di visione a lungo termine che caratterizza la guida della Cancelliera Angela Merkel e dei suoi collaboratori. Carenza che fa della Germania un gigante economico ed un nano geopolitico.
Continua la lettura dell’articolo di Andrea Marcigliano, Senior fellow de “Il Nodo di Gordio” su l’Opinione —>Brexit ed equilibri geopolitici