L’attacco scatenato dal governo dei grigi tecnocrati contro la classe media italiana non è solo un escamotage per raggranellare il denaro sufficiente a placare l’avidità degli speculatori. Risponde invece a una precisa logica per annientare l’economia nazionale. Perché la fascia economicamente più bassa della popolazione si era ormai, da tempo, indirizzata verso consumi di prodotti importati. Cinesi, ma non solo. Caratterizzati dal basso costo a fronte di una scarsa qualità. Nell’abbigliamento come nell’alimentare o negli acquisti di mobili.
Il ceto medio era invece quello che si poteva ancora permettere il consumo di prodotti italiani, preferendo la qualità nonostante crescenti sacrifici per ottenerla. D’ora in poi non sarà più così. I consumi di prodotti italiani diminuiranno, nonostante le patetiche ed ipocrite dichiarazioni dei tecnocrati che invitano a comprare italiano per le feste natalizie.
Ma minori consumi significano anche minor lavoro per le aziende artigianali e per le Pmi. Ossia per la spina dorsale dell’economia nazionale. Quel settore che rappresenta il 90% del tessuto produttivo italiano e che tanto fastidio procurava alla concorrenza internazionale. Troppo flessibili, troppo legati al territorio. Dunque i commissari degli speculatori dovevano spazzar via questo ostacolo. E il governo Monti ha provveduto con la massima celerità.
Le famiglie italiane dovranno pagare l’Ici trasformata in Imu e rivalutata a livelli insostenibili. Dovranno pagare tariffe più care per treni, autobus, parcheggi, acqua. Dovranno pagare affitti più cari, in attesa che l’aumento di due punti dell’Iva assesti il colpo finale. Minori acquisti, minor lavoro, meno occupati. Il saldo sarà negativo anche per la banda banchieri salita al governo. Ma è evidente che non sono i conti il vero obiettivo.
E alla fine del percorso, le Pmi e le aziende artigianali saranno poste in vendita a prezzi da saldo. Per essere acquistate dai grandi gruppi che, non a caso, hanno sostenuto la manovra del grigio tecnocrate.