Antonio Megalizzi non ce l’ha fatta. È morto ed è la quinta vittima della follia terroristica che ha insanguinato Strasburgo. Un giovane italiano con la passione del giornalismo, un giovane trentino che aveva avuto l’opportunità di seguire i lavori del parlamento di un’Europa in cui credeva convintamente. Ma l’aggressione terroristica di Strasburgo ha risvegliato in tutta Europa la consapevolezza della mancanza di una strategia comune e condivisa per combattere il terrorismo. Probabilmente la scelta di Strasburgo come località in cui colpire è stata puramente casuale, ma si è trasformata in un atto ancor più simbolico perché, dopo aver colpito in passato Bruxelles, il terrorismo ha insanguinato l’altra sede delle istituzioni dell’Unione europea. Ed ha colpito, con Megalizzi, anche l’immagine dei giovani “europei di nazionalità italiana”, i ragazzi che sono cresciuti con la consapevolezza di far parte di un’Europa unita ma senza la consapevolezza di far parte di un’Europa sotto assedio terroristico e priva di una politica adeguata per contrastare il nemico sempre più interno.
Augusto Grandi, Senior Fellow de “Il Nodo di Gordio”