Il “Nodo di Gordio” con questa intervista a Maarten van Aalderen, corrispondente del De Telegraaf continua la nuova serie di approfondimenti del suo Gordian Global Outlook. Opinionisti, giornalisti e commentatori dai diversi angoli del pianeta analizzeranno le più significative questioni politiche ed economiche del contesto internazionale.
Berlino e Amsterdam rappresentano il nuovo asse europeo verso cui guardare per capire come verrà gestita la risposta dell’Unione Europea alla più grave crisi economica degli ultimi decenni. L’Olanda, anch’essa attraversata al suo interno da pericolose folate euroscettiche, ha chiuso ogni margine di trattativa per creare debito comune “targato” Unione e a Bruxelles si è detta disponibile solo per sostenere economicamente l’emergenza sanitaria. L’Olanda ha un sistema proporzionale: il governo attuale è formato da quattro partiti, il partito liberale di destra VVD del premier Mark Rutte, il partito democristiano CDA di cui fa parte il ministro delle Finanze Wopke Hoekstra, il partito liberale di centrosinistra D’66 e il partito protestante Christen Unie. «C’è da chiedersi in che misura è giustificato considerare la posizione dell’Olanda così intransigente, nel momento in cui ha detto solo “no” agli Eurobonds, proposta bocciata non solo da altri Paesi come la Germania, l’Austria e la Finlandia, ma anche dalla Lega e da Forza Italia al Parlamento Europeo», osserva Maarten van Aalderen, corrispondente dall’Italia del prestigioso quotidiano olandese De Telegraaf.
Atteso che nelle proposte che circolano in queste settimane il debito comune verrebbe comunque ripagato quota parte dai singoli Stati utilizzatori, qual è la motivazione principale del governo olandese per stoppare questo ulteriore step dell’integrazione europea?
Nel caso degli Eurobonds tutti i Paesi diventerebbero corresponsabili dei debiti degli altri, in una situazione in cui comunque i vari governi nazionali decidono in proprio sulle politiche economiche interne. Secondo il governo olandese queste due cose sono in contrasto, per cui ritiene che ogni Paese debba essere ritenuto responsabile solo dei propri debiti. Il governo olandese ritiene inoltre che non ci sia bisogno degli Eurobonds, visto che la stessa Bce ha messo 750 miliardi di euro a disposizione per l’eurozona ed esiste altresì la possibilità di usufruire del Mes.
Si è letto di una spaccatura tra il premier Mark Rutte e il ministro delle Finanze Wopke Hoekstra, quest’ultimo collocabile tra i falchi più intransigenti verso le formule di mutualizzazione del debito comunitario.
Non c’è una spaccatura tra il premier Rutte e il ministro delle Finanze Hoekstra. Quest’ultimo ha dato però una pessima impressione, soprattutto nei confronti dei Paesi del Sud Europa quando, durante la prima riunione dopo l’esplosione del coronavirus, ha chiesto all’Italia perché, al contrario dell’Olanda, non aveva una riserva per poter affrontare l’emergenza. Hoekstra ha capito che era mancata l’empatia e ha fatto pubblicamente un mea culpa, gesto incoraggiato e condiviso dal premier Rutte. Hoekstra, per compensare la sua gaffe iniziale, ha proposto subito dopo un fondo di donazione (quindi senza interessi) per affrontare le spese mediche degli Stati più colpiti dal coronavirus, che erano in quel momento l’Italia e la Spagna. In questo caso l’Olanda voleva dare un miliardo di euro come contributo, ma la proposta è stata rigettata in quanto ritenuta una mancia inutile.
Merkel e Rutte hanno deciso di continuare a tenere separate le trattative per l’emergenza sanitaria e per quella finanziaria.
Il governo olandese vuole fare una separazione netta tra l’aiuto per l’emergenza sanitaria e gli Eurobonds. Quando si tratta di affrontare la crisi sanitaria, l’Olanda è a favore. Non a caso ha accettato il Mes senza condizioni per spese mediche dirette e indirette.
Non ci sono voci critiche rispetto a questa impostazione all’interno del sistemo politico olandese?
Il partito D’66 e il partito protestante Christen Unie hanno protestato inizialmente contro l’approccio considerato duro da parte di Hoekstra: hanno chiesto di dimostrare più empatia e hanno voluto dimostrare flessibilità per esempio sulle questioni di condizionalità, ma alla fine anche questi partiti minori del governo sono contrari agli Eurobonds. Per quanto riguarda l’opposizione, alcuni partiti di sinistra, come il socialdemocratico PvdA (di cui fa parte il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans) e Groen Links, sono sia a favore degli Eurobonds che a favore del MES. Mentre l’opposizione di destra, il PVV di Geert Wilders e Forum voor Democratie di Thierry Baudet, è contraria a tutti e due. Infine va notato, un po’ a sorpresa visto il panorama politico, che sia Klaas Knot, presidente della Banca centrale olandese, che il suo predecessore Nout Wellink, hanno invece dimostrato apertura alla possibilità degli Eurobonds.
L’asse centro-europeo tra Germania e Olanda sembra molto solido, anche se oggettivamente non sono paragonabili i due “pesi” politici all’interno dell’Unione in termini di Pil, demografia, contribuzione al bilancio comunitario. E’ una strategia dei tedeschi quella di porre l’Olanda come maggiore oppositore alla creazione di debito comune?
Può darsi, bisognerebbe chiedere ai tedeschi. Personalità come Romano Prodi ritengono che sia sempre stato così, cioè che la Germania manda l’Olanda come “poliziotto cattivo” e poi fa finta di mediare, mentre in verità sostiene la posizione olandese. Ciò non toglie che evidentemente l’Olanda accetti questo ruolo, anche perché il governo olandese sa di avere la maggioranza dell’opinione pubblica dalla sua parte. Inoltre la mentalità olandese è schietta e diretta, per questo viene considerata poco diplomatica.
Lo dicono solo i politici che l’opinione pubblica olandese è schierata con la linea governativa?
La grande maggioranza degli olandesi sostiene questa linea. Come del resto avviene anche in Germania, dove secondo un sondaggio del “Politbarometer”, un noto programma televisivo tedesco che si occupa di sondaggi elettorali, il 79% dei tedeschi è contrario agli Eurobonds.
E’ nel novero delle discussioni politiche in Olanda la potenziale deflagrazione dell’Unione Europea?
Questa paura non è molto diffusa in Olanda, dove peraltro, esattamente come in Italia, lo scetticismo nei confronti dell’Unione Europa è aumentato molto nel corso degli ultimi vent’anni. Va detto che l’opposizione più grande nei confronti del governo viene da una destra contraria all’Unione.
Che opinione si sono fatti gli olandesi della crisi sanitaria in Italia?
Gli olandesi sono consapevoli della gravità della crisi sanitaria in Italia, per cui hanno proposto il fondo di donazioni europeo e, dopo che è stato respinto perché considerato troppo poco, hanno accettato un Mes senza condizioni per le spese mediche dirette e indirette.
Luigi Marcadella
European Policy Analyst
CENNI BIOGRAFICI AUTORE
Corrispondente dall’Italia del prestigioso quotidiano olandese De Telegraaf.
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