Andrea Marcigliano, giornalista e saggista, redattore di Il Nodo di Gordio ed esperto di geopolitica interviene sulla polemica riguardante il genocidio armeno scatenata dalle parole di Papa Francesco. E svela cosa c’è dietro alla demonizzazione della Turchia di Erdogan…
E’ o non è genocidio? L’opinione pubblica si divide. Per Massimo Fini “non si può chiamare tutto genocidio. Altrimenti la storia intera sarebbe costellata di genocidi”. La storia cosa dice?
“Non sono uno storico e, di conseguenza, non ritengo di poter sostenere con convinzione una tesi o l’altra, anche se penso che Fini – e con lui Cardini Sergio Romano, Bernard Lewis – abbiano parecchie buone ragioni a sostegno della loro tesi. Comunque, quella armena fu un’immane tragedia, uno degli orrori del ‘900. Oggi però, ed è questo che mi interessa, questa tragedia sta venendo usata per fini prettamente politici, che poco o nulla hanno a che vedere con il ristabilire la verità storica o il testimoniare la verità come ha voluto fare, in ottica prettamente religiosa, Papa Francesco. Il problema è che la questione armena viene utilizzata come una clava contro Ankara da chi contrasta il suo ruolo nel Medio Oriente e nel Mediterraneo; da chi, soprattutto, vede come fumo negli occhi la politica di Erdogan. È questo spiega le reazioni, diplomaticamente alquanto scomposte, al discorso del Pontefice, che in verità non mi sembrava avere finalità politiche”.
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