Il Kazakhstan rappresenta il perno dei fragili equilibri dell’Asia Centrale: il paese più ricco, con il più alto livello di industrializzazione, con un ceto medio in continua crescita ed espansione. Soprattutto l’unica Repubblica ex-sovietica dell’area che sta portando avanti proficuamente il processo di un moderno State Building. Questo in forza di una, rara, stabilità politica di cui l’antica Terra dei Cavalieri gode da oltre vent’anni, dall’implosione dell’URSS. Da vent’anni, appunto, alla testa del paese c’è Nursultan Nazarbayev, vero e proprio padre del moderno Kazakhstan. Un Presidente che ha guidato il paese nei difficili momenti successivi all’indipendenza, evitando crisi e rischi di conflitti civili, e che, poi, ha saputo inserirlo nel nuovo concerto internazionale delle potenze. Avviando di pari passo un graduale, ma costante, processo di democratizzazione, che, oggi, viene considerato in fase molto avanzata da tutti i principali osservatori internazionali. Proprio di Nursultan Nazarbayev presentiamo qui un lungo e complesso saggio che rappresenta in sostanza la sintesi da un lato della sua azione, dall’altro del suo pensiero. Il saggio di Nazarbayev permette una visione non convenzionale dell’attuale sistema di equilibri internazionali e dei problemi a questi connessi. Un’opera che copre a 360 gradi tutto lo spettro delle alleanze internazionali e che analizza con acribia i temi caldi oggi al centro della politica internazionale: dalla crisi economica e valutaria globale, alla questione nucleare, al terrorismo e alla minaccia del diffondersi del radicalismo islamista, sino alle questioni afferenti le moderne, e future, società multiculturali, il dialogo interreligioso e la questione ambientale.
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