Augusto Grandi
TORINO
Mesi estivi in altalena per il mercato europeo dell’auto. E dopo un luglio in flessione dell’1,9%, agosto ha registrato una crescita del 7,8%, per 787.435 vetture consegnate. Tanto che le previsioni di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor Gl Events, vedono per l’intero 2011 un lieve progresso delle immatricolazioni. Grazie, soprattutto, al traino della Germania. Che il mese scorso ha visto le consegne aumentare del 18,3%, con incrementi del 7,3% in Gran Bretagna, del 5,9% in Spagna, del 3,1% in Francia e dell’1,5% in Italia. Ma l’Unrae evidenzia come l’andamento complessivo dei primi 8 mesi sia molto differenziato nei principali mercati europei. La Germania chiude il periodo con una crescita dell’11,2%, la Francia resta sostanzialmente stabile (+0,4%), la Gran Bretagna flette del 6,1%, l’Italia perde il 12% e la Spagna crolla con un -22,2%. Quagliano aggiunge che le immatricolazioni complessive dei primi 5 mercati dall’inizio dell’anno sono state 6.626.195, con una flessione del 2,8% mentre i mercati minori sommano 2.563.814 consegne, in crescita del 3,6%. In totale 9.190.009 immatricolazioni, l’1,1% in meno rispetto allo scorso anno. Per Paesi come Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituani, Olanda, Slovacchia, Svezia e Islanda la crescita è a due cifre mentre a due cifre sono anche le cadute dei mercati di Grecia, Portogallo, Romania.
Ma se agosto è stato positivo per il mercato europeo nel suo complesso, il gruppo Fiat ha pagato la fase di rinnovamento dei prodotti e ha perso il 7,6%. La quota del Lingotto è scesa dal 6,8 al 5,8% mentre il calo dall’inizio dell’anno è del 12,5%, con la quota che si è ridotta dall’8,2 al 7,3%. Ad agosto è stato il marchio Fiat a perdere magiormente (-11,9%), nonostante buone performances in Germania e Gran Bretagna. Flessione contenuta per Alfa Romeo (-1,8%) che però cresce del 37,7% nel dato degli otto mesi. Al contrario è andata bene ad agosto Lancia Chrysler (+13,4%), soprattutto grazie al traino della Ypsilon. Tra gli altri gruppi, il mese scorso è stato particolarmente positivo per Volkswagen (+14,6% e una quota salita al 25,4%), mentre i francesi incassano una frenata dello 0,5% per Psa (ma Peugeot cresce dello 0,3%) e del 2,8% per Renault (a causa della Dacia). Gm cresce del 5,2% e Ford del 19,7%. Ancor meglio Bmw (+33,4%) e in progresso anche Daimler (+14,1%, grazie a Mercedes che compensa ampiamente la flessione di Smart). Tra le asiatiche cede il 5,6% Toyota, il 15,2% Suzuki, il 20,1% Honda, il 26,8% Mazda e lo 0,6% Mitsubishi mentre crescono Nissan, Hyundai e Kia. In pieno rilancio la Volvo (+23,3%). Ma al di là dell’andamento dei gruppi e delle marche, in Italia crescono le preoccupazione per l’effetto della manovra economica sull’andamento delle vendite. Daniele Lazzeri, del centro studi Nodo di Gordio, sostiene che l’articolo 8, provocando timori sulla stabilità del posto di lavoro, frenerà la propensione ai consumi delle famiglie. E Federauto aggiunge che l’aumento di un punto dell’Iva «determinerà un aggravio di costi per gli italiani di quasi 220 euro per ogni auto acquistata (435 milioni di euro allo’anno) e all’Iva si dovrà agiungere il surplus sull’Ipt: provvedimenti capestro che metteranno in panne il sistema italiano dell’automotive».