Dialoghi e profezie. Un testo utile per marcare la differenza tra facili proclami e attenti ragionamenti.
Questo libro “Un’altra libertà” riprende modelli classici ed emblematici come quelli Platonici e usa lo strumento del dialogo per affrontare temi di grande rilevanza filosofica, etica e sociale.
Il confronto è tra due illustri pensatori del nostro tempo investiti di importanti responsabilità decisionali. Personaggi che non hanno bisogno di una presentazione, da una parte, in rappresentanza delle istanze di modernità che anche il papato di Jorge Mario Bergoglio ha confermato, Camillo Ruini ex presidente Cei, dall’altra il professore Gaetano Quagliariello, insegnante di storia dei partiti e dei movimenti politici al dipartimento di scienze politiche dell’università Luiss Guido Carli, alla quarta legislatura come Senatore della Repubblica, attualmente in rappresentanza del proprio partito IDEA.
I due interlocutori affrontano di volta in volta argomenti non astratti ma concetti, guida da strutturare per rendere attuabili meccanismi di libertà, come dice il titolo ‘contro i nuovi profeti del paradiso in terra’ l’intento è quello di riesaminare certe facilonerie contemporanee. La terminologia religiosa, profeti del paradiso in terra, suggerisce la necessità di confrontarsi con ovvi successi e con i compiacenti valori che si identificano con i privilegi di cui gode una piccola parte della popolazione mondiale. Riprendiamo le parole di Alessandro Manzoni riferite al Cardinal Federigo quando lo descrive come colui che era persuaso che la vita “non era un paradiso per alcuni ed un inferno per molti, ma per tutti un impiego”, appunto le caratteristiche e modalità di questo impiego, facendone un atto di libertà, dialogano i due autorevoli studiosi.
Occorre dire che di questo si sentiva il bisogno, in un mondo dell’informazione nel quale, il dialogo, il confronto tra pensieri diversi si svolge come uno scontro tra gladiatori nell’arena, dove si urla, si offende l’interlocutore, non si contestano le sue idee ma le sue cravatte, i suoi difetti fisici, invece nelle pagine di questo libro si può finalmente respirare un’aria fina, come di alta montagna.
Un dialogo avvincente, dove il silenzio, le attese non sono vuoti televisivi da riempire ma occasioni di riflessione e di vera e propria meditazione.
I profeti del paradiso in terra, a cui si allude nel sottotitolo sono per l’appunto quei personaggi che si identificano con le proprie convinzioni, sostenendone la validità solo perché nata dentro le proprie menti e che sanno solo urlare per sopraffare ogni altra voce non disponendo di argomenti da suggerire all’altro.
Facili sono i precetti di questi profeti, a patto che si rinunci all’esercizio della propria cultura e intelligenza, anzi si rinunci proprio ad averne una, di cultura. Mi ha colpito recentemente il Presidente Mattarella, quando parlando agli studenti del valore dell’impegno della RAI in questo momento di proposta alternativa alla scuola tradizionale, ha usato queste parole: “sapere e conoscenza”. Per associazione di idee mi viene in mente un altro illustre politico che potrei elencare fra questi facili profeti di facili paradisi, sia pure in buona fede, quando andava proclamando a più riprese che il vero obiettivo della scuola moderna è funzionale ad un sistema basato sull’economia come principale divinità di questa religione, rinunciando di fatto a formare coscienze consapevoli nei giovani, addestrandoli soltanto all’esecuzioni di compiti, la cui necessità è decisa altrove, quasi che il passaporto per il paradiso non contenesse autentici desideri e consapevoli aspirazioni dei nuovi cittadini.
In un precedente libro, il senatore Quagliariello, proprio nella copertina, quasi profeticamente era disegnato l’acido della vita. L’acido della disponibilità umana, della materia, i due filamenti dell’amore genitoriale, quel DNA che fa da substrato a tutto quello che siamo, che condividiamo, che prendiamo dal pianeta dove l’insondabile mistero delle cose universali ci ha collocato, in un momento di distrazione o di lucida consapevole entropia. Ed oggi, come se un severo commissario d’esame alla nostra maturità, avesse improvvisamente inserito tra le domande, non previste dal programma, una generale, piena conoscenza della biofisiologia del virus.
I due filamenti di DNA si accoppiano, l’RNA del virus invece entra nel nostro DNA per rinascere, moltiplicarsi, rigenerarsi.
I confini della nostra libertà, la rivelazione della rischiosa persistenza del sentimento di infantile onnipotenza, con saggezza misurata e consapevole, si riavvolgono e si svelano in queste pagine.
I contenuti, i giudizi, le conclusioni dei due autori potranno essere o non essere condivise, ma il loro evidente desiderio non è quello di convincere ma quello di essere ascoltati, di suggerire sottovoce criteri di ricerca, di esame critico, di introspezione. In ogni caso, è forte la passione che i due autori condividono per quella che una volta era chiamata vita spirituale, non confinata nei chiostri ma, viva nella ragion d’essere della nostra umanità.
Concludo con una raccomandazione, eviti il lettore, gustando il miele di tanta saggezza, di far la fine di quel cercatore dell’Ohio ricordato da un tal scrittore, che di riflessioni filosofiche ne ha fatte tante, dialogando con quei prodigiosi doppioni dell’io che sono i suoi personaggi.
Recensione di Debora Degl’Innocenti
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